Veronica Panarello è stata condannata a 30 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Loris. La sentenza è stata emessa dal Giudice per le Udienze Preliminari di Ragusa, Andrea Reale, dopo la camera di consiglio del processo celebrato col rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. E’ la pena massima che si poteva comminare giacchè l’abbreviato prevede lo sconto di un terzo(probabilmente avrebbe avuto l’ergastolo)
La Procura, il 3 ottobre scorso, aveva chiesto la sua condanna a 30 anni di reclusione. Alla lettura della sentenza la giovane donna è scoppiata a piangere.
“Si ritiene innocente”- giustifica il suo difensore, l’avvocato Francesco Villardita, che annuncia l’ovvio ricorso in appello. “Non condividiamo la decisione del Gup, perché Veronica Panarello continua a proclamarsi innocente, e quindi l’appelleremo appena conosceremo le motivazioni”.
Per il Gup, così come per la pubblica accusa, è dunque stata la 28enne ad avere ucciso, il 29 novembre del 2014, il figlio di 8 anni Loris Stival nella loro casa di Santa Croce Camerina.
Il magistrato giudicante nella sua decisione ha escluso l´aggravante della premeditazione e delle sevizie. La donna era accusata di avere strangolato il figlio utilizzando una fascetta di plastica, di quelle usate, in genere, dagli elettricisti, e di averne occultato il cadavere gettandolo nel canalone alla periferia di Santa Croce Camerina.
Poche frasi sono state detta dal pubblico ministero, Marco Rota: “Siamo con la coscienza serena di avere fatto un buon lavoro. Parlare di soddisfazione è ingiusto: direi la necessaria consapevolezza di avere fatto il nostro dovere”.
Il Gup Reale ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura perchè venga valutata l’ipotesi del reato di calunnia riguardo le accuse che Veronica Panarello ha mosso nei confronti di Andrea Stival, il suocero che ha l’imputata ha accusato dell´omicidio di Loris per nascondere la presunta relazione extraconiugale tra i due.