La circolare emanata dal Mit dimostra che al peggio non c’è fine. Al termine del 2016 ci troveremo con un grande numero di marittimi che non potranno lavorare a causa di un eccesso di burocrazia nato in seguito agli emendamenti di Manila alla convenzione Stcw”. A lanciare l’allarme anche nel ragusano, riprendendo le forti perplessità mostrate dai vertici nazionali del sindacato, è il Coordinatore del presidio Fit Cisl Ragusa, Nino Giannone, che, a proposito della circolare emanata il 13 ottobre
scorso dal Ministero dei Trasporti relativa all’applicazione degli emendamenti di Manila 2010 alla Stcw, la Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi, solleva il caso dei marittimi di Pozzallo.
“L’Italia è arrivata con quattro anni di ritardo all’adeguamento delle certificazioni per i propri marittimi, le quali in base agli emendamenti di Manila sono indispensabili per poter lavorare a partire dal 1 gennaio 2017”, aggiunge il rappresentante sindacale.
“A tutto questo – prosegue Giannone – si aggiunge la beffa di quest’ultima circolare che obbliga i comandanti e i direttori di macchina già in possesso del titolo a frequentare corsi direttivi da 300 e 570 ore per poter continuare a lavorare. Quello che ci chiediamo come sindacato è come troveranno il tempo per frequentare e quanto costerà ai marittimi la frequenza di questi corsi.
Comandanti e direttori di macchina di lunga esperienza non hanno bisogno di ripartire dalle basi della professione. Quanto deciso dal Ministero rischia di favorire solo il personale straniero. Per questo chiediamo che il Mit riveda la sua circolare non creando problemi per i marittimi italiani.”