“Questa mattina il sindaco di Ragusa ha proceduto all’intitolazione alla Donna e all’8 Marzo dello spiazzale dove si svolge il mercato del mercoledì. Sembra quasi una battuta, una di quelle che non fanno ridere, però. Neanche il peggiore dei comici, neppure il più gretto e maschilista, avrebbe potuto concepire un’idea così retrograda e denigrante nei confronti della donna”. Lo dichiara il consigliere Manuela Nicita a nome delle donne del Laboratorio politico 2.0, Alessandra Sgarlata, Loredana Spiga, Alba Orefice, Federica Accetta, Viviana Dinatale, Floriana Ruta, Floriana Scrofani, Rosanna Gulino, Graziella Musco e Bianca Panepinto.
“Oltre un secolo di storia e di lotte per l’affermazione dei diritti sociali, politici, culturali, economici delle donne – continua – letteralmente gettato alle ortiche perché la gretta Amministrazione Ragusana, nella sua infinita miopia, non si rende conto di cosa ha appena fatto. Forse si voleva compiere un gesto a vantaggio della dignità della figura della donna? Un modo per celebrare la donna e l’importanza di una data simbolo per le lotte femministe? Avete sbagliato tutto, senza se e senza ma. E davvero a poco vale il fatto che oggi il sindaco fosse accompagnato da una rappresentanza di una associazione sedicente femminile, perché un movimento che non si accorge di star partecipando non a un momento di celebrazione e sostegno della donna e della sua posizione nella società, ma a un gesto quantomeno offensivo che in un solo momento ci manda indietro nel tempo di secoli, non la si può certo considerare a favore delle donne”.
“E mentre il primo cittadino si dedica a questa buffonata – aggiunge Manuela Nicita – il centro antiviolenza nato in collaborazione col Comune e che mi ero fatta carico di promuovere quando ero ancora tra i 5 stelle non funziona. Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da donne che erano intenzionate a raccontare la propria storia e cercare sostegno e che, invece, dalla rete nazionale antiviolenza e perfino dalle forze dell’ordine hanno ottenuto solo numeri di telefono ai quali non risponde nessuno e indirizzi dalle porte sempre chiuse. L’ultimo caso giusto un paio di giorni fa. Cosa aspettarsi, in effetti, in una città nella quale si intitola la piazza del mercato alla donna? Forse che alla manifestazione regalassero alle presenti, come gadget, un carrello della spesa o un asse da stiro”.
“Quel che fa più male, oltre all’assoluta ottusità di questa amministrazione – conclude Nicita – è il fatto che un gruppetto di donne, pur di ottenere qualche minuto di visibilità, abbiano potuto sostenere una idea tanto ridicola. Peggio di un uomo maschilista c’è solo la donna che accetta di essere patriarcalizzata”.