«Dopo aver ricevuto numerose sollecitazioni relativamente all’avaria dell’impianto di riscaldamento dell’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa -afferma la parlamentare Marialucia Lorefice, Capogruppo M5S Commissione Affari Sociali-, ho telefonato e scritto il 14 novembre scorso al Manager dell’Asp 7, Maurizio Aricò,
sollecitando una pronta risoluzione della problematica. Il dott. Aricò è stato da me ricontattato pochi giorni fa perché il problema persiste con enormi disagi per i pazienti. La Direzione Aziendale e l’Ufficio Tecnico hanno reso noto ieri a mezzo stampa, che “nel corso delle procedure di verifica e preaccensione dell’impianto di riscaldamento del presidio ospedaliero ‘M.P. Arezzo’, sono state riscontrate alcune disfunzioni. Mentre l’approvvigionamento di acqua calda è stato prontamente ripristinato, è stato necessario ordinare parti di ricambio della caldaia che alimenta l’impianto di riscaldamento”. La domanda che mi pongo è se si debba arrivare sempre con i tempi stretti anche per la naturale e necessaria manutenzione che, ovviamente, avrebbe dovuto essere fatta prima che le temperature calassero, ovvero prima dell’arrivo dell’inverno. Sempre nella stessa nota è evidenziato che “i ricambi saranno consegnati entro il 24.11.2016, così da permettere ai tecnici il ripristino della funzione tassativamente entro il 30.11.2016”. Una data quella del 30 che non ha alcun riscontro con la necessità impellente che si trovi una soluzione, sia pure alternativa e momentanea, dato che trattasi di un ospedale ove i degenti stanno soffrendo il freddo di questi giorni e di queste notti e, ove, com’è ben noto alla Direzione ospedaliera, i pazienti sono esposti alle basse temperature quando sottoposti ad esami che richiedono la svestizione. Cosa ancora più grave è che nello stesso presidio ospedaliero sono presenti l’unità di terapia intensiva neonatale e il reparto di pediatria, per cui gli esami vengono eseguiti anche su pazienti molto piccoli che, vada sé, dovrebbero stare al caldo e non al gelo. Invito ancora una volta la Direzione a trovare una soluzione tempestiva, fosse anche provvisoria, per rimuovere immediatamente tale situazione di grave disagio venutasi a creare e che si protrae già da settimane così da permettere agli operatori del presidio di espletare al meglio la propria funzione e ai pazienti di godere di una degenza dignitosa».