Cerimonia “Premio Sicilia Federico II” 2016 a Rosolini. Assegnato a Domenico Pisana il Premio alla cultura e a Bruno Turrisi e Alfonso Veneziani

foto-premiati

foto-pubblico-1Lo scorso fine settimana nel corso di una cerimonia che ha visto insieme spettacolo, cultura, arte, moda, danza, è stato consegnato al Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, Domenico Pisana, il “Premio Sicilia Federico II alla Cultura”, per la sua attività culturale e le sue pubblicazioni. Presenti autorità, nonché il gruppo del Caffè Federiciano, forze del volontariato e dell’associazione nazionale Carabinieri, il sindaco di Rosolini, Corrado Calvo, è stato il patron della manifestazione, Corrado Armeri, a condurre la cerimonia intrattenuto il pubblico, tra la consegna di un premio ed un altro,

con intermezzi in cui il filo conduttore è stato “la bellezza” che trova sostanza nell’arte e nella letteratura, nell’educazione interculturale e nella scuola, nei valori della solidarietà e della giustizia e della lotta alla mafia, nell’accoglienza dell’altro e nel volontariato, nella danza e nella moda. Erano infatti presenti anche “Missi Sicilia 2016” e “Donna in” 2016.
“Ho conosciuto di presenza – afferma Pisana – anche gli altri premiati, tra i quali Bruno Turrisi, che è stato attore di primo piano di ben 9 serie della fiction “Squadra Antimafia” di Canale 5 interpretando il ruolo di commissario, e di Alfonso Veneziano che ha svolto la parte del killer, entrambi(nella foto) premiati per il cinema; Salvatore Azzaro, che è stato componente della scorta di Giovanni Falcone e che ha portato una bella testimonianza umana di impegno nel sociale; il cantautore Giancarlo Guerrieri che ha curato la colonna sonora dell’evento. Una serata – conclude Domenico Pisana – dove la premiazione è stata incastonata all’interno di messaggi che hanno reso la cultura un’ermeneutica della vita nelle sue forme di bellezza. Ringrazio la Giuria che ha posto la mia candidatura e accolgo questo premio come una tappa di consapevolezza a fare di meglio per costruire tessuti sociali ove la cultura parli il linguaggio dell’umanesimo”.

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