Lettera dei lavoratori del Consorzio di Bonifica di Ragusa. Riceviamo e pubblichiamo

lettera

Gent.le Direttore,
la ringraziamo per averci dato l’opportunità di far conoscere la nostra vicenda attraverso il suo giornale.Il Natale è alle porte ma per noi e le nostre famiglie è il più brutto Natale della nostra vita.

Siamo degli onesti lavoratori, padri disperati di meravigliose creature, mariti privi di dignità che non riescono a sostenere il proprio nucleo familiare.
A causa di un non meglio specificato motivo interpretativo non lavoriamo da oltre un anno perché il Consorzio di Bonifica N°8 di Ragusa, per il quale abbiamo sempre lavorato a tempo determinato, non eseguecorrettamente una sentenza di Secondo Grado della Corte d’Appello di Catania laddove appunto l’Ente viene obbligato a riammetterci in servizio a Tempo Indeterminato annullando il termine apposto al primo contratto. L’aver giudiziariamente ottenuto un diritto leso ci ha posto paradossalmente in una condizione di assoluta disoccupazione.
Abbiamo perso tutto quello che ci permetteva economicamente di vivere; siamo tutti monoreddito e abbiamo dei bimbi piccolissimi; ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza perché il nostro ultimo giorno di lavoro è stato a Novembre 2015.
Da parte del nostro Ente totale abbandono. Dopo una serie di tavoli di trattative,avvenuti nei mesi estivi nei quali ci veniva ulteriormente proposto un contratto a termine, abusando e cercando di approfittare della nostra già precaria condizione economica, nessuno più ci ha contattato.
In queste ore e già da diversi giorni i nostri colleghi sono in occupazione al Consorzio di Ragusa poichè non percepiscono lo stipendio da oltre 6 mesi. Anche a noi sarebbe piaciuto lottare insieme a loro ma il nostro Direttore ci ha scritto in seno ad una richiesta di rilascio busta paga che “non risultiamo assunti da Codesto Ente, non avendo a suo tempo aderito alla proposta di contratto formulata in esecuzione alla sentenza n…” anche se i decreti ingiuntivi sulle mensilità già maturate affermano il contrario.
Riteniamo di aver subito un’ingiustizia infatti abbiamo adito per tutte le vie legali e attendiamo speranzosi che le responsabilità e la legalità di alcuni atti arbitrari vengano presto perseguiti e puniti anche se siamo consci che in alcuni casi specifici i tempi della giustizia sono molto lunghi.
Il periodo del S. Natale dovrebbe far riflettere le coscienze e pensare che il potere esercitato non equivale ad una sovranità inibitoria.
I lavoratori
Carlo Miceli, Enrico Arrabito, Giuseppe Lopes

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