“Lo stato di crisi che sta vivendo il territorio ibleo, già accentuato nel corso del 2015, ha continuato nel suo trend negativo anche nel 2016.” Lo hanno evidenziato questa mattina, nel corso della tradizionale conferenza stampa unitaria di fine anno, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Giuseppe Scifo, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò insieme all’aggiunto Giorgio Bandiera. “La provincia – hanno detto – non sembra riuscire a ritrovare il giusto equilibrio nei settori specifici che, storicamente, ne hanno tracciato il tessuto economico, sia occupazionale che produttivo.”
Le recenti classifiche diffuse sulla qualità della vita, pone Ragusa come prima provincia siciliana. Un dato che, però, nasconde un peggioramento complessivo negli indicatori di valutazione. Anche il ragusano paga lo scotto di una crisi economica persistente e, per alcuni settori specifici, la scarsa programmazione politica.
Dobbiamo, ancora una volta, correggere in difetto il tasso di disoccupazione che si sta, purtroppo, avvicinando al 20 per cento (abbiamo già superato il 19,50% provinciale con picchi del 24% a Pozzallo e Giarratana fino al 30% a Monterosso Almo).
Tutto questo sta facendo aumentare in maniera sensibile le fasce di povertà e gli stessi dati della Caritas, mischiati a quelli dell’Istat, sono drammatici. Avanzano i giovani poveri; conseguenza della persistente crisi del lavoro che ha penalizzato e sta ancora penalizzando soprattutto i giovani e giovanissimi in cerca di prima occupazione e gli adulti rimasti senza impiego.
Sul fronte delle vertenze in provincia, resta ancora aperta quella della Colacem. Un tavolo tecnico formato dal sindacato e dalla stessa azienda sta valutando le soluzioni migliori per il mantenimento dei livelli occupazionali dei 55 operai all’interno dello stesso gruppo.
Scongiurato il disimpegno di Versalis, prima per l’incidente del gennaio scorso, subito dopo per le voci di vendita del pacchetto ad un fondo iraniano-americano, chiediamo ad ENI di non tradire gli impegni assunti e fare in modo che questo sito resti strategico nella produzione.
Tra le vertenze più preoccupanti quella del Corfilac. Una quarantina di dipendenti senza stipendio da diversi mesi e con l’annuncio di possibili licenziamenti già comunicati dal presidente. I 300 mila euro arrivati dalla Regione hanno rappresentato un pannicello caldo che, sicuramente, non può alleviare il dramma di questi lavoratori. Restano i rischi che il prossimo 30 dicembre il Consorzio, come da statuto, cessi di operare con tutto ciò che ne conseguirà.
È di grandissima attualità la vertenza del Consorzio di bonifica 8. I dipendenti, anche loro a corto di stipendi, hanno occupato simbolicamente la sede. Responsabilmente hanno continuato a svolgere i servizi fondamentali, consci dell’importanza del loro ruolo e, quindi, dello stesso Consorzio. Una vicenda che deve essere improrogabilmente trattata e risolta dal Governo regionale. Un appello che, recentemente, abbiamo rivolto anche ai sindaci dei comuni ragusani invitandoli ad erogare le somme di propria pertinenza per alleviare, in parte, la sofferenza economica dell’ente.
E se le classifiche ci penalizzano, non possiamo che sottolineare i ritardi cronici che dilatano i tempi di realizzazione di infrastrutture strategiche per il rilancio del territorio.
I lotti della Rosolini-Modica che vanno avanti a rilento. Il Consorzio Autostrade Siciliane che non eroga i fondi per il pagamento dei lavori; molte aree consegnate e non ancora bonificate; contenziosi aperti con gestori telefonici e di energia che bloccano tratti per il mancato spostamento o adeguamento di pali e cavi.
Di contro una Catania-Ragusa trasformata in una telenovela infinita. Un iter avviato, con tanto di soldi CIPE, nel lontano 2007 ed ora inserito nel Patto per la Sicilia. Ennesimo protocollo sottoscritto nel corso di quest’anno e l’annuncio che, entro giugno 2017, i cantieri dovrebbero essere aperti. A noi il compito di vigilare perché questa superstrada può rappresentare la svolta per questo territorio.
Svolta che, attingendo a quanto inserito nel Patto per il Sud, potrebbe avvenire anche per le infrastrutture viarie attorno all’aeroporto di Comiso. Il braccio di collegamento tra la superstrada “ragusana” e lo scalo aeroportuale comisano, che sta ormai viaggiando verso i 500 mila passeggeri, deve essere una priorità così come un miglioramento della intermodalità interna appare necessaria per il turismo e l’agroalimentare.
Questo 2016 lascia la legge sul caporalato, approvata nello scorso mese di ottobre. Un segnale di forte civiltà. Si danno risposte ai tanti lavoratori agricoli sfruttati nei campi. Una conquista di questo sindacato e della sua mobilitazione andata avanti per oltre un anno. C’è l’inasprimento delle pene da una parte e un maggiore riconoscimento del sindacato con contrattazione e bilateralità finalmente valorizzate. Un nuovo modello che, nel nostro territorio, è quanto mai calzante visto anche l’alto ricorso alla manovalanza degli immigrati.
Insieme a Siracusa ed Enna, la ex Provincia Regionale vive momenti di particolare difficoltà. L’oculatezza della passata gestione ha evitato, sì, che il problema esplodesse ma non possiamo abbassare la guardia.
Tra i Comuni le criticità maggiori insistono ad Acate dove i dipendenti attendono stipendi arretrati. Il resto dei Comuni della provincia sono in dissesto o pre-dissesto e questo, se non si correrà ai ripari per tempo, rischia di ricadere su stipendi dei dipendenti comunali e servizi alla cittadinanza.
Sul fronte precari degli enti locali, nel ragusano la situazione si è stabilizzata in positivo. Non ultima, proprio di pochi giorni fa, la direttiva dell’assessore regionale che consentirà di avviare la stabilizzazione di circa 130 contrattisti ed ex Lsu.
Il sindacato provinciale, in questo anno, ha continuato a svolgere il proprio ruolo di denuncia e stimolo a tutti i livelli pur cosciente che gli interlocutori, per diversi motivi, sono rimasti assenti e poco attenti alle vicende del territorio.
Un handicap che non ha fermato questo sindacato forte di una progettualità e determinazione che lo ha visto protagonista sul territorio.
Così come detto un anno fa, sottolineiamo l’importanza strategica di un tavolo permanente che veda insieme Cgil, Cisl, Uil e le forze datoriali. Ribadiamo, forti dei dati appena sviluppati e delle analisi del territorio, che non c’è più spazio per le contrapposizioni e le posizioni particolari.
Nel 2017 intendiamo mettere in campo, oltre al rinnovato impegno al fianco di ogni singolo lavoratore, una serie di azioni e iniziative capaci di aggredire e sfidare il degrado vissuto da tutti noi e amplificato da alcuni osservatori esterni.
Per il secondo anno consecutivo ci ritroviamo insieme per il consuntivo di fine anno. Un appuntamento che non intende essere una mera elencazioni delle vertenze aperte, ma la conferma che questo sindacato è presente sul territorio in maniera unitaria, convinto che la straordinarietà del momento esige, da tutti noi, un impegno massimo per consentire a Ragusa di rilanciarsi e guardare al futuro come merita.
Nell’agenda sindacale del 2017 restano alcune vertenze che ereditiamo da quest’anno. Il nostro impegno per risolverle nel migliore dei modi non verrà meno.
Così come continuerà il nostro ruolo di stimolo e pungolo per la politica e per chi amministra.
Ragusa esige e merita di più. Da tutti noi.