Acate. “La potenza della Pittura”. L’arte di Giuseppe Stornello

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E’ stata inaugurata lunedì 2 gennaio, presso il Castello dei Principi di Biscari di Acate, la personale del pittore acatese, Giuseppe Stornello, “Volti Sovrumani”. Il giovane pittore, audace ritrattista, nella realizzazione delle sue opere predilige, in modo particolare, l’uso della matita e dell’inchiostro di china. La mostra, che potrà essere visitata

fino al prossimo 7 gennaio, è stata allestita con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale la quale, con questa iniziativa, intende migliorare l’incoming turistico dell’antico maniero.
La prolusione è toccata al Sindaco, Prof. Franco Raffo: “Mi sono chiesto più volte: chi è questo giovane intellettuale che ama la provocazione e usa l’arma dell’ironia per scuoterci dal torpore. Chi è questo giovane genio artistico che antepone la Filosofia all’Arte e coniuga opposte tendenze culturali per pervenire ad una armonica sintesi dell’essere umano. Ho dovuto scavare, per capire qualcosa. I suoi aforismi, i volti dei suoi personaggi, le figure e le sculture che rappresentano una realtà soggettiva profonda ma nel contempo un mondo oggettivo dove un po’ tutti ci riconosciamo, mi hanno disorientato. Nega, scompone l’essere e il divenire, quasi fosse venuta meno la logica della vita. E ciò lo porta a volgere ossessivamente lo sguardo sul mondo, ma drammaticamente in esso egli non si riconosce”.
“Ebbene-continua il primo cittadino- il suo è un peregrinare tra i sentieri della Filosofia per trovare il sé. Segue le orme di Socrate, che fonda tutta la sua appassionata ricerca nel “Conosci te stesso”. E, attraverso il monito di Socrate, insegue il sogno di fondare un’arte che, rappresentando l’essere nella sua totalità, anche quella inaccettabile, rappresenti il Bello, platonicamente inteso. Questo lo porta a dialogare su temi anche sconvolgenti, in modo provocatorio, a volte, oserei dire, insolente, se non fosse che il tutto è dominato da una magica ironia ed autoironia, quasi a giocare con la problematicità della vita che comunque ci appartiene.
Il nostro artista, che pure parte da una dissacrante analisi del reale e da un pessimismo apparentemente senza speranza, si erge a difesa dell’uomo e vate di una avventura rigeneratrice dell’essenza umana. Mi ricorda Platone, padre della Filosofia politica classica.
Lo vedo sopratutto nel suo impegno nelle piccole cose, apparentemente insignificanti, ma cariche di una passione, di un Pathos incontenibili e che egli trasmette ad altri con rara potenza”…
“L’Arte, quindi, come Potenza- conclude il Sindaco Raffo- Egli in questo va ben oltre Nietzsche, attribuendo all’Arte ciò che l’uomo non può e non deve fare: il Superuomo. Ci troviamo di fronte ad un artista eclettico, a volte di difficile lettura, incomprensibile o inaccettabile, forse perché ci mette di fronte alle nostre responsabilità di essere pensanti pigri e appiattiti sulla nostra comoda e, a volte, banale quotidianità. Ma, proprio per questa capacità di turbarci, il suo fascino è incontenibile, fino al rapimento del nostro essere. Così, alla fine di un condiviso, travagliato e affannoso percorso, ti scopri innamorato di lui e della sua geniale Arte”.

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