11 Gennaio 1693. Restano la memoria e l’orgoglio

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“…fare memoria e celebrare l’orgoglio dei nostri avi nel ricostruire una città….”. La pomposità di tale passo della dichiarazione del Sindaco di Ragusa resa in occasione della presentazione della terza edizione della manifestazione per ricordare “il grande terremoto dell’11 Gennaio 1693” fanno seriamente riflettere sulla reale capacità e coscienza del celebrante amministratore di comprendere il pericoloso evento naturale.
Memoria…orgoglio…ricostruzione…parole gettate al vento quasi ad esorcizzare il terremoto. Non è sufficiente l’esorcismo per eliminare il pericolo del terremoto che nella nostra terra iblea è con certezza previsto. Come già detto e ripetuto, certus an incertus quando.
Se nulla è possibile fare per evitarlo è possibile prevenirne le conseguenze disastrose. E allora mi chiedo: che senso ha celebrare con pompa il ricordo di quel terremoto e di quelle vittime se non facciamo memoria concreta per fare prevenzione e avere l’orgoglio di arginarne le conseguenze nefaste? Non sarebbe questa la maniera migliore per rendere omaggio alle vittime e nel contempo per dare più valore al coraggio della ricostruzione in una terra votata ciclicamente a preparare l’olocausto di vittime innocenti a causa di terremoto ?
Prevenzione: parola strombazzata ai quattro venti anche in occasione dell’ultimo disastroso evento nazionale, che chissà perché suona come nota stonata agli amministratori della Città di Ragusa quando si parla della pericolosa e “critica struttura” del Tribunale di Ragusa. E perché ? Per evitare di utilizzare la previdente e sicura struttura dell’ex Tribunale Modica.
Non desidero indugiare più di tanto sul punto per evitare di avere rigurgitato dall’ingordo vicino territoriale ciò di cui si alimenta: il campanilismo.
Dico soltanto che per onorare al meglio le vittime di quel terremoto del 1693 e celebrarne la successiva ricostruzione bisogna fare prevenzione sul territorio sfruttando le strutture antisismiche già esistenti e adeguandone e/o creandone di altre.
Già fare prevenzione.
Qualcuno penserà che sono un imperdonabile testardo ad insistere su un tema che, ancorché oramai borbottante il recente evento sismico del Centro Italia, riprenda a rilanciare il tema prevenzione e struttura giudiziaria di Modica
Sarò imperdonabile ma rimuovere questo tema dall’oblio in cui i controinteressati e i loro massonici protettori lo hanno relegato, mi rende orgogliosamente diverso da loro, imbrigliati come ancora sono nella vetusta e logora logica gattopardiana: “In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di fare “(don Fabrizio a Chevalley).
Nella foto l’ulteriore recente (10-11 Gennaio 2017) crollo in una stanza del Tribunale di Ragusa (Palazzo INA). A quanto pare, le criticità della struttura giudiziaria non intendono aspettare …il terremoto.

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