I giornalisti iblei hanno celebrato a Scicli il patrono San Francesco di Sales

I giornalisti hanno celebrato il loro patrono San Francesco di Sales 2017

Secondo una tradizione ormai consolidata la segreteria dell’Assostampa di Ragusa ha organizzato la celebrazione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Ieri sera a Scicli nella Chiesa di san Michele è stata celebrata la santa Messa da don Ignazio la China

alla presenza del prefetto di Ragusa Maria Carmela Librizzi, del questore di Ragusa Giuseppe Gammino, del comandante provinciale dei Carabinieri Federico Reginato, del comandante provinciale della Guardia di Finanza Claudio Solombrino, del sindaco di Scicli, Enzo Giannone e del segretario regionale dell’Assostampa Alberto Cicero.
Ospiti della collega Pinella Drago che ogni anno secondo tradizione s’intesta l’organizzazione di celebrare il patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, l’occasione è stata utile per discutere del messaggio di Papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali. Nella sua omelia don Ignazio La China ha riflettuto sulle parole del Papa che invita ad “oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite”.
Al termine della Santa Messa celebrata anche in omaggio dei giornalisti defunti che con la loro opera hanno contribuito alla crescita della categoria, il segretario provinciale dell’Assostampa Ragusa Gianni Molè ha ripreso il messaggio di Papa Francesco di ‘comunicare speranza e fiducia’.
“Bisogna spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e arginare la spirale della paura, frutto dell’abitudine a fissare l’attenzione” sulle cattive notizie: guerre, terrorismo, scandali e fallimenti nelle vicende umane. Non bisogna ignorare i drammi del nostro tempo, come le moltitudini di migranti che cercano a fatica una terra che li accolga, o le disuguaglianze sociali che spingono i poveri sempre più in basso. L’obiettivo – ha aggiunto Molè – non è di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male”; al contrario, lo sforzo deve essere orientato a oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra e a coniugare un’informazione corretta e di qualità al servizio della comunità”.

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