Il mondo mai battuto abbastanza per comprendere la condizione umana di una trans e di una prostituta è vissuto con leggerezza, con spunti di solidarietà e un tocco di humor nell’opera scritta e diretta da Giampiero Cicciò dal titolo emblematico: Lei e Lei. Quella andata in scena ieri sera sul palcoscenico del Teatro Garibaldi per la stagione di prosa,
è un atto unico di un’ora e quaranta minuti senza intervallo, in cui il protagonista, lo stesso Cicciò, si cala perfettamente nei panni eleganti d’un travestito con parrucca biondo-platino, minigonna rossa, giubbino di pelle nera, lo stesso colore degli alti stivaloni a spillo sui quali cammina agevolmente, roteando una borsetta mentre batte la notte di Natale a Piazza Cavallotti, con tre rettangolari panche e un abete spezzato con le lucette che brillano ad intermittenza.
Location della scena non poteva non essere Messina, luogo emblematico che è un omaggio dell’autore alla sua città natale.
E mentre Cicciò si esprime in un dialetto messinese italianizzato o viceversa, spesso con accenti gergali che suscitano sonore risate del pubblico, Ilenia D’Avenia, messinese anche lei, nei panni di una giovane prostituta parla sempre la nostra lingua.
Sono lì adesso i due a farsi coraggio, cercare col solo cambio d’una parrucca di cambiare nome, da qui il titolo dell’opera, interpretare per un istante, come in teatro, coloro che non potranno mai essere nella vita. Più ricco e colorito sembra il passato di Stella, ricordando più le nonne che i genitori e i suoi trascorsi infantili presso istituti scolastici gestiti da monache. Più di maniera appare il vissuto della giovane prostituta quando quattordicenne andrà via di casa per fare l’attrice e un flash back la ricondurrà ad un provino teatrale che le consentirà per tre stagioni di calcare alcune scene e poi ridursi invece a battere in strada. Qui, grazie alle luci sideree di Renzo Di Chio, ai botti di capodanno, alla neve che cade giù dalla graticcia, ai due personaggi che solidarizzano abbracciandosi che offrono un epilogo ad effetto e di grande suggestione: un finale da spot pubblicitario che ci ricordano le feste di Natale.
Prossimo appuntamento con la prosa, sabato 4 febbraio con “Odissea”, scritto e diretta da Mario Perrotta.