Arrestato con l’accusa di essere uno stalker seriale, sciclitano assolto con formula piena

Tribunale

Indicato come uno stalker seriale, è stato assolto con formula piena dal giudice monocratico del tribunale di Ragusa, Elio Manenti. Giovanni Marinero, sciclitano, all’epoca 39enne, difeso dall’avvocato Gianluca Cottone, era stato arrestato ed aveva trascorso tre settimane ai domiciliari. Secondo il capo d’imputazione l’uomo avrebbe avvicinato nella centralissima piazza della città di Scicli un’agente della polizia municipale della quale si era invaghito mentre questa era in servizio assieme ad una collega. Per mesi, lui separato dalla moglie, l’avrebbe importunata fino a picchiarla.

Le indagini furono svolte dai carabinieri della Tenenza di Scicli. I presunti, a questo punto, episodi di stalking di cui si era fatto carico nei confronti della moglie M.M.A., giovane architetto del posto, gli avevano procurato solo la denuncia per atti persecutori, mentre quelli nei confronti della vigilessa sciclitana gli erano “costati” cari. Giovanni Marinero, sposato ad un architetto sciclitano con la quale aveva avuto un figlio, secondo l’accusa, aveva iniziato a perseguitare l’ex moglie fin da dopo la separazione. La professionista sarebbe stata raggiunta, con forme di pedinamento, persino nel suo posto di lavoro. Per la magistratura erano atteggiamenti persecutori, assillanti, minacciosi. All’uomo fu vietato di avvicinare l’ex consorte. Nel frattempo, però, si sarebbe innamorato di una vigilessa: telefonate insistenti, appostamenti davanti all’abitazione della donna, inviti a cena, regali (nel giorno di Santa Lucia si era presentato con un anello con diamanti per dichiarargli il suo amore) ma anche richieste di denaro. La donna rifiutava e, costretta, cambiava abitudini di vita accompagnandosi ai genitori. Un’aggressione mentre la donna era in servizio era stata di dominio pubblico. A conclusione del processo(il pubblico ministero, Sonia Vizzini, aveva chiesto la condanna a nove mesi), Giovanni Marinero è stato assolto da tutti i capi d’imputazione.

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