Un invito ai precari delle cooperative turistiche per aderire a svolgere le attività di assistenza ai disabili. E’ quello che la regione Sicilia ha rivolto alle centinaia di precari che da oltre 20 anni lavorano nelle cooperative turistiche e che da tempo hanno acquisito capacità di informatori turistici e non di assistenti ai disabili.
Il caso disabili scoppiato in questi giorni in Sicilia, afferma il consigliere comunale di Modica Tato Cavallino, è stato un fulmine al ciel sereno per il Governo regionale, come se non fosse a conoscenza di questo grave problema, e adesso cerca a tutti i costi una soluzione per rappezzare una toppa grande quanto una voragine. Come mai la regione ha pensato di utilizzare il personale dei beni culturali piuttosto che i 5.000 precari della sanità certamente più vocati a questo tipo di attività? Perché tra questi 5.000 non fa una scrematura tra coloro che hanno i titoli, le qualifiche e la formazione per l’assistenza ai portatori di disabilità, mestiere delicato per il quale occorre una certa esperienza e competenze specifiche che non si acquisiscono dall’oggi al domani?
La Regione intenderebbe attivare, per i precari dei beni culturali e turistici , processi formativi specifici, su base volontaria, spendendo altri soldi, piuttosto che ricercare queste figure fra quanti hanno i titoli per svolgere queste delicate mansioni.
Perché il governo Crocetta in questi 4 anni, si domanda Cavalino, non ha pensato ad un processo di stabilizzazione per tutti i precari invece di assistere a continue e sofferte proroghe che ogni fine anno questa pOLITICA regionale ha riservato a questi soggetti?
Se il governo Crocetta avesse voluto….La stabilizzazione si sarebbe sicuramente potuta realizzare, infatti la somma necessaria per il pagamento del sussidio di disoccupazione ai precari è una somma storicizzata da 20 anni.
La stabilizzazione anche par time, di questi soggetti porterebbe solo benefici, ad esempio, in provincia di Ragusa la loro stabilizzazione risolverebbe due problemi ; il precariato e nel contempo si renderebbero fruibili i tantissimi siti archeologici monumentali iblei. Se il turismo dev’essere una risorsa ed una fonte economica per la terra iblea è opportuno renderla appetibile ai turisti e visitatori e per raggiungere questo ci vogliono i servizi e le attrattive. Non è possibile vedere siti archeologici in totale stato di abbandono ( ad es. il museo archeologico di Kamarina) oppure beni monumentali per cui si paga un costoso biglietto per visitarli ma alla fine non c’è una guida turistica ( ad. esempio Castello di Donnafugata, 8 euro il biglietto per non vedere nulla, solo quattro stanze e niente più, tutte le altre sono chiuse perché non c’è un informatore turistico), o ancora siti chiusi nei giorni festivi per carenza di personale. In provincia di Ragusa ci sono tantissimi siti di grandissimo interesse culturale e turistico in tutti i comprensori da quello montano a quello marittimo, ma sfruttati malamente, o non sfruttati affatto
E’ fondamentale ragionare ed operare per il bene comune, conclude il consigliere modicano Tato Cavallino: dando dignità a questi lavoratori per i quali è necessario attuare una seria politica del lavoro e di rispetto occupazionale, stabilizzandoli in base alle capacità acquisite in un ventennio e alla qualifiche possedute…..c’è un esercito di lavoratori/precari che potrebbe colmare vuoti settoriali che attualmente sono carenti e inadeguati per i quali spesso la Regione utilizza ditte esterne per colmarne le insufficienze e questo è assolutamente ridicolo!!!!