Materiali organici spiaggiati a seguito alluvioni. Il caso Scicli

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I Circoli Legambiente di Scicli, Ispica, Modica e Ragusa, esprimono tutta la propria contrarietà verso la decisione assunta termine della riunione dello scorso martedì 14 marzo presso la Regione Siciliana, in base alla quale le canne depositatesi sul litorale di Scicli per effetto all’alluvione del 22 gennaio sono da considerarsi rifiuti.
Per via di questa risoluzione, che contestiamo con forza, canne e altri materiali di origine vegetale verranno prelevati e trasportati in discarica a cura di imprese autorizzate e seguendo le onerose procedure riservate i rifiuti. I costi da sopportare verrebbero posti a carico dell’ex ATO, ovvero della collettività iblea e se non ci saranno novità ci sarebbero elementi per ritenere che potrebbero ricadere in gran parte sui cittadini di Scicli.

Con una nota inviata alle Autorità e agli Enti coinvolti, Kiafura Legambiente Scicli aveva sottolineato che la secondo la norma vigente Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, cernita e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica, effettuate nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati. (Art. 183 comma 1 lettera n , così come modificata dall’art. 14, comma 8, legge n. 116 del 2014).

Nella stessa nota il Circolo Kiafura informava che alla medesima conclusione era giunta la Regione Toscana, sottoposta a queste situazioni molto più frequentemente della Sicilia e dove il Presidente della Giunta Regionale ha provveduto a mettere ordine con l’ordinanza n° 2 del 13 Aprile 2015.

Metteva altresì in risalto che una moltitudine di cittadini, mostrando un altissimo senso civico, operando in più giornate di lavoro volontario e coadiuvati da migranti autorizzati dalla Prefettura di Ragusa, avevano già separato i rifiuti di origine antropica dai materiali di origine vegetale, rendendo questi ultimi una risorsa da prelevare e utilizzare anziché un rifiuto da trattare.

Nel prendere una risoluzione avversa all’impiego di materiali vegetali come risorsa e considerandoli invece rifiuto, ancora una volta la Regione Siciliana si mostra incapace di interpretare le istanze della società e, al contrario, ben capace di interpretare logiche obsolete dove la logica del “rifiuto”, costosa e improduttiva, prevale su quella, virtuosa, del materiale da recuperare, riciclare, riutilizzare.

I Circoli Iblei di Legambiente, nel ribadire ancora una volta tutta la loro contrarietà in merito ad una decisione regionale che rappresenta un vero balzo all’indietro, chiedono che le canne e gli altri materiali ancora presenti sui litorali vengano eliminati al più presto e comunque entro Pasqua, momento di inizio del grande afflusso turistico lungo le coste Iblee.

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