Ancora emozionato per il fatto accaduto venerdì scorso ma trapelato solo oggi dopo le opportune verifiche, Luigi Piscitello, operaio della ditta che sta svolgendo i lavori per la sistemazione dell’alveo del torrente Pozzo dei Pruni, racconta l’episodio: “Stavo sistemando le pietre dentro la gabbionata, quando lo sguardo si è posato su questa pietra particolare: ho notato subito la figura e ho chiamato il capocantiere.”.
La “venere” è una pietra in calcare tenero, lunga circa 20 cm per 15, con linee appena abbozzate,
probabilmente connessa al culto della fertilità, così come ci ha confermato il sovrintendente Giovanni Distefano, subito giunto sul posto. La recente piena del torrente deve averla smossa dalla massa di detriti che la tenevano sepolta da anni portandola alla luce e, si ipotizza, potrebbe partire dallo stesso punto (Costa rô Vientu, a sinistra della strada che porta a Frigintini) dove fu ritrovato, ai primi anni Sessanta del secolo scorso, un fallo di pietra che, donato al Museo Civico, si perse nuovamente perché irreperibile nonostante tutte le ricerche fatte.
La statuetta si trova ora custodita nel Museo Archeologico di Ragusa nell’attesa, dopo i primi rilievi, di una definitiva sistemazione.