Telecom in confusione. Modica, telefonata tra studio legale ed ex utente

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“Buongiorno, è lo studio legale di Messina per il recupero crediti Telecom. L’avvisiamo che questa telefonata potrebbe essere registrata. Volevamo sapere se lei intende estinguere il debito con la società telefonica”. Questa l’ennesima telefonata ricevuta da un ex utente di Modica che nel mese di marzo del 2016 aveva inoltrato disdetta a Telecom tramite fax e per raccomandata a Telecom Italia-Roma Fiumicino, come suggerito dal centralinista del Servizio Clienti. La società ha continuato, però, ad inviare fatture sollecitando ripetutamente i pagamenti attraverso studi legali. L’interessato, ad un certo punto, ha deciso di spendere altri sei euro e spedire le copie della precedente disdetta a Telecom.

Nei giorni scorsi la telefonata anzidetta. “Lei ha spedito documentazione(confermando dunque di esserne in possesso) – ha spiegato l’interlocutrice – ma ha sbagliato poichè le disdette con consegna di apparecchio vanno indirizzate ad un indirizzo di Roma, quelle senza apparecchio ad un altro”. L’ex utente di Modica ha cercato di fare valere le proprie ragioni, spiegando, appunto, che il numero di fax e l’indirizzo a cui spedire la disdetta erano stati dettati dal call center Telecom – Servizio Clienti – e che, dunque, per lui era tutto a posto. La telefonista ha replicato: “Il servizio clienti non è tenuto a sapere gli indirizzi dove spedire e tra l’altro questi non sono dipendenti Telecom ma società private incaricate”. A questo punto il cittadino ha incalzato: “Credo che voi siate convinti di parlare con degli stupidi, anzi le annuncio che quando lei mi ha comunicato che la mia telefonata poteva essere registrata, io ho attivato la registrazione nel mio smartphone”. E dall’altra parte: “Io non l’autorizzo ad usare la registrazione”, “ma lei – la replica dell’utente – mi ha chiesto all’inizio se io autorizzavo di registrarmi?”. Ora ci sembra non sia normale sostenere che il servizio clienti Telecom è affidato a gente estranea ovvero a società private e che queste non sono obbligate a sapere gli indirizzi dove spedire le disdette(quale sarebbe, allora, il servizio dato ai clienti?). Finale della vicenda: “Io non l’autorizzo a registrarmi, intende pagare o no?”. “Risposta: “Io ho già registrato e non intento pagare”. E così la consulente dello studio legale messinese senza nemmeno salutare ha riattaccato. E’ normale, ci chiediamo, tutto ciò? Quanta gente, magari più sprovveduta, incalzata da queste telefonate, pur avendo ragione, versa ingenti somme nelle casse di Telecom?

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