Il Senato ha approvato il decreto legge recante disposizioni urgenti per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti. L’aula di Palazzo Madama ha dato via libera al provvedimento, che dopo il sì della Camera diventa legge, con 140 sì, 49 no, 31 astenuti. Prima del voto la discussione generale sul disegno di legge di
conversione del decreto si è conclusa con tutti gli emendamenti respinti. Con l’approvazione definitiva della legge, salvo sorprese, è formalmente archiviato il referendum del 28 maggio, che convocava gli italiani a esprimersi esattamente su voucher e responsabilità solidale negli appalti. Sarà la Corte di Cassazione a esprimersi.
La Cgil porta a casa una grande vittoria, frutto di una campagna senza precedenti nella storia del sindacato. Ora l’impegno prosegue con la Carta dei diritti universali sul lavoro, presentata in Parlamento dalla confederazione per una legge d’iniziativa popolare.
L’abolizione dei voucher e il ripristino della responsabilità in solido negli appalti rappresentano due tasselli impostanti nella lotta contro la preconizzazione del lavoro, ma c’è ancora tanta strada da fare per ricostruire una legislazione del lavoro che pone al centro i diritti e la dignità delle persone in un’ottica generale di ripresa del Paese e di fuoriuscita dalla crisi. Rimane la priorità del contrasto alla disoccupazione nel Paese e in particolare nel sud.
I dati sull’andamento economico del Paese dimostrano la debolezza delle politiche messe in campo in questi ultimi anni. L’Italia ancora oggi fa fatica ad agganciarsi alla ripresa economica che sta interessando l’area euro e dei Paesi occidentali. Il jobs act è stato un fallimento e lo dimostrano i risultati. E’ fallita sopratutto l’idea che abbassando diritti e tutele per i lavoratori si possono creare nuovi posti di lavoro.
Il lavoro si crea con gli investimenti a partire dalle grandi opere di Infrastrutturazione, la tutela del territorio, la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, e attraverso politiche di welfare universalistico. Mentre l’impresa privata deve cambiare passo e puntare verso l’innovazione, la ricerca e le moderne compatibilità ambientali in tutti i processi produttivi a livello industriale.
Da qui riparte la battaglia della Cgil attraverso il Piano per il Lavoro e la Carta Universale dei diritti che affrontano i problemi della flessibilità, della precarietà e in generale di un sistema di tutele per tutte le categorie di lavoratori.
Si apre oggi una nuova stagione, dove al centro delle politiche c’è il lavoro. Questo è il risultato più importante.