Gli ingredienti ci sono stati tutti. Sin dall’uscita del simulacro di San Giorgio si era capito che non sarebbero stati festeggiamenti che filavano come olio colato. I primi fuochi d’artificio, tra migliaia di persone, hanno creato il primo problema. Troppa carta (‘nzaredde) nei contenitori esplosi all’uscita ha preso fuoco e, dunque, si è registrato un fuggi fuggi generale giacchè contemporaneamente si è alzato il vento che ha alimentato i focolai. Immediato il servizio antincendio ma la carta bruciata, il fumo, gli spruzzi d’acqua, il vento che creato panico e fumo con la gente rifugiatasi all’interno del Duomo e portoni sprangati. Poi si sono registrati, strada facendo, alcuni malori. Il clou si è verificato in Viale Quasimodo quando è arrivata voce che la polizia aveva sequestrato parte dei fuochi d’artificio finali, perchè illegali.
I portatori hanno bloccato il corteo, rifiutandosi, per protesta, di andare avanti e minacciando di rientrare per le stradine adiacenti. E’ stata avviata una trattativa tra portatori, sindaco e vertici della polizia locale, e alla fine si è raggiunto l’accordo. Tutto ciò ha comportato il blocco del traffico anche perchè si è reso necessario chiudere il Corso Umberto per la consistente presenza di persone che assiepava l’arteria principale. Visto che si era fatto tardi, si è concordato di arrivare in Piazza Monumento e risalire verso la parte alta di Corso Umberto per rientrare. Ma qui il nuovo colpo di scena. In Piazza Monumento i portatori hanno forzato il blocco ed hanno “caricato” col simulacro fino a raggiungere Piazza Corrado Rizzone. Due novità positive ci sono stati: la discesa dell’angelo, avvenuta in Via Fontana, e il portone principale del Duomo di San Pietro, finalmente, è stato aperto e così il corteo si è fermato sotto la scalinata per un momento di preghiera. Poi il rientro intorno all’una della notte, i giri in chiesa, gli imponenti fuochi d’artificio.