E’ doveroso in questo momento stringersi all’amico, collega, papà, già papà….non è facile accettare un evento, che a mio parere ritengo innaturale, il vedersi privare della propria figlia.
Riflettendoci bene: l’unica fondata critica all’esistenza di un Dio buono, come Cristo ci ha rivelato, è la morte di un innocente. Perché…? Perché il dolore innocente? Perché i bambini muoiono? Come si fa a credere e ad amare un Dio che ti fa morire un figlio? Dov’è Dio ?…Si, lo so, è un tormentone. Che dire? Cosa rispondere?
Io non riesco ad avere una risposta esaustiva alle domande! Mi aggrappo alla fede, l’unica vera forza, perché resto convinto che nell’ora della prova la fede illumina la nostra esistenza, anche quando il male sembra averla vinta sul bene, e mi suggerisce che la morte non è la fine, ma l’inizio di una vita nuova. Credo a quanto Gesù ha detto e testimoniato..
Anzi è in questi momenti di umana impotenza che la questione del perché della sofferenza si staglia drammatica e chiama in causa Dio e la fede che in Dio ci fa confidare.
All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua risposta nella forma di una presenza che accompagna, di una storia di bene che si unisce ad ogni storia di sofferenza per aprire in essa un varco di luce. In Cristo, Dio stesso ha voluto condividere con noi questa strada. La risposta è la Croce, di Dio che muore, di Dio che non spiega il dolore, ma lo assume e lo porta con sé sulla croce, la via per entrare nel mistero della sofferenza, il percorso che può darci una risposta al dolore innocente.
Dove è Dio? Dio è proprio lì. Dio non è mai dall’altra parte, ma è con noi e con noi soffre e piange.