Scicli, la festa promossa dal cantiere educativo. Il dono fa stare bene… dai bambini il segreto della città buona

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Si è svolta sabato 6 maggio, in Piazza Italia, con un’ampia partecipazione di bambini con le loro famiglie, la festa del cantiere educativo di Scicli. Una festa organizzata dal cantiere educativo di Valverde per tutti i bambini della città, in stretta collaborazione con le scuole, sul tema della condivisione e del dono. Gli scout del gruppo “Scicli1” hanno accolto i tanti bambini convenuti in piazza; con loro hanno giocato e hanno sperimentato la bellezza della cooperazione tramite il gioco. Dopo il saluto della vice sindaco Caterina Riccotti, che si è augurata una città a misura dei bambini, e del direttore della Caritas diocesana Maurilio Assenza,

si è ‘aperto’ il cielo stellato formato dai desideri che i bambini hanno condiviso con la città. Tra le stelline anche quelle comunitarie del Cantiere educativo, del Centro diurno per minori Istituto Maria SS. Del Rosario, della comunità papa Giovanni XXIII e della MH_Casa delle culture. Alcune stelline sono state simbolicamente donate all’amministrazione comunale perché ne abbia cura, perché solo partendo dai desideri – o meglio dai bisogni – dei più piccoli si possono costruire città più giuste e solidali. Con molta sapienza, infatti, uno dei bambini ha scritto: “Donare è vivere, il dono fa star bene”. La festa è continuata con l’ascolto della fiaba “Pioggia di stelle” rappresentata dall’associazione “Biribillie” coinvolgendo gli operatori e i bambini del cantiere educativo. Un momento magico, vissuto con entusiasmo dai bambini che con curiosità e trepidazione hanno atteso l’epilogo della fiaba: se condividiamo le poche cose che possediamo, saremo ricoperti di quella luce che solo l’amore sa donare. Infine, tanto divertimento con bolle di sapone e animazione a cura dell’associazione “Animatamente”. Ci si è augurati di continuare a camminare insieme: scuole, opere caritative, casa delle culture, amministrazione e di allargare ancora di più la rete di attenzione ai più deboli, perché nessuno rimanga intrappolato nella propria condizione e soprattutto nessuno si perda.

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