L’Università di Catania avvierà alla fine di maggio, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Ragusa, una campagna di scavi di due settimane all’interno dell’ipogeo di Calaforno. Questo monumento sotterraneo, risalente al III millennio a.C., si conferma sempre di più un sito chiave della preistoria siciliana, se non mediterranea, e sottolinea il ruolo di snodo culturale che per moltissimo tempo ebbe il territorio di Giarratana. L’iniziativa si pone a seguito di precedenti campagne di scavo intraprese dall’Università di Catania sullo stesso sito nel 2013 e alle operazioni di pulizia dell’area grazie alla Forestale ed al corpo dei Marines nel 2014,
e alle recenti operazioni di ricerche e scavi eseguite nell’ambito del Progetto di Valorizzazione e Fruizione dell’ipogeo di Calaforno del Comune di Giarratana grazie al protocollo siglato tra Demanio Forestale, Libero Consorzio di Ragusa, Comuni Montani e Soprintedenza di Ragusa. La campagna di scavi, cui prenderanno parte una decina di studenti e specialisti di archeologia, è resa possibile, oltre che dal supporto finanziario del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, dal supporto logistico del Comune di Giarratana. Essa avrà come scopo la definizione della cronologia di impianto dell’ipogeo e la storia del suo uso, e sarà accompagnata da telerilevamento tramite drone dell’area circostante, e da una scansione laser di alcuni ambienti, in modo da consentire tramite la elaborazione di modelli tridimensionali del terreno e degli ambienti una migliore conoscenza scientifica ed una fruizione virtuale del monumento, specialmente per coloro che sono impossibilitati ad accedervi. Proprio per potenziare l’aspetto della valorizzazione, il territorio di Giarratana è stata infatti inserita dall’università di Catania tra le aree di sperimentazione del progetto “Neptis: Soluzioni ICT per la fruizione e l’esplorazione aumentata dei beni culturali”, realizzato dal Distretto di Alta Tecnologia per il Settore dei BBCC, progetto che vede la realizzazione di App per la realizzazione di itinerari a tema. Allo stesso scopo essa è stata inclusa tra i siti di sperimentazione del progetto Tenet, presentato nell’ambito della programmazione Italia-Malta. A dispetto della sua attuale collocazione periferica nel sistema turistico ibleo, tutta questa zona interna degli Iblei si configura infatti come un’area di alta potenzialità culturale e turistica, per la presenza, accanto a forti attrattori paesaggistici ed eno-gastonomici, di siti di grande impatto che dalla preistoria (Calaforno), giungono al medievo (Castello di Terravecchia) attraverso il periodo classico (Orto Mosaico-Villa di Margi e Monte Casale).