La scelta del Governo di assumere un numero oscillante tra 52.000 e 55.000 nuovi insegnanti è un dato certamente positivo, sia per la scuola italiana, oggi in grande difficoltà d’organico, sia per tanti giovani e meno giovani, laureati che da tempo attendono il coronamento di tanti sacrifici. Lo dichiara l’onorevole Nino Minardo.
Esiste però un problema non ancora risolto in occasione della precedente tornata di assunzioni, e che rischia di riproporsi con grande drammaticità anche in questa occasione: la scelta necessaria per molte famiglie se accettare la nomina e quindi l’assunzione, ovvero privilegiare l’unità del nucleo familiare. Dando per assodato che non tutti potranno trovare la cattedra sotto casa o nella stessa città e dando per scontato che nemmeno i docenti sono cosi ingenui da richiederlo, è necessario però dare regole certe di assegnazione, e soprattutto non più astruse, ma fondate sul buon senso e sulla salvaguardia della fondamentale funzione sociale che la famiglia, anche quella degli insegnanti, merita; graduatorie in cui si tenga conto del rapporto tra luogo di residenza e destinazione, procedure certe per le successive mobilità ed i trasferimenti, identificazione di soluzioni agevolative anche in materia di trasporto aereo e di contributi agli affitti per gli insegnanti destinati fuori regione, sono alcuni degli strumenti possibili che chiediamo al Ministro dell’Istruzione di tenere in debito conto al momento delle assegnazioni.
In questo panorama, prosegue Minardo, non deve però essere trascurata, ne dimenticata la legittima richiesta di tanti insegnanti di potere quanto prima essere trasferiti vicino ai luoghi di residenza, evitando di scatenare quella che si configurerebbe come un’autentica “guerra dei poveri”, con gli insegnanti gli uni contro gli altri armati, ma senza alcuna possibilità concreta di risolvere il problema. Ecco perchè, conclude Minardo, invochiamo nei confronti del Ministro il massimo buonsenso e soprattutto la capacità di saper contemperare le esigenze dei neo assunti con quelle degli insegnanti già assegnati nello scorso triennio, consentendo a ciascuno di poter essere posto nelle migliori condizioni professionali, affettive ed anche economiche, di svolgere con serenità l’importante ruolo educativo e formativo cui è chiamato.