La classe I G dell’Istituto Alberghiero “Principi Grimaldi” di Modica, accompagnata dai docenti Vincenzo Giannone, Chiara Palazzolo, Laura Spataro e Pino Gulino, ha visitato la miniera di asfalto di Steppenosa, territorio di Ragusa. Dopo la presentazione del sito da parte del Dirigente geolologo U.O.I. Museo interdisciplinare regionale di Ragusa, Cassarino, il professore Giannone ha esposto le peculiarità dell’area dal punto di vista geologico, con particolare riferimento alle caratteristiche del bacino minerario che comprende anche le cave a cielo aperto di Castelluccio. Subito dopo, munito di appositi caschi, il gruppo è sceso nei meandri della miniera da cui si è ricavata, fino allo scoppio del 1° conflitto, la pietra pece, ossia la pietra impregnata di petrolio; questa pietra, usata sin dall’antichità per pavimentare chiese e costruire palazzi,
era rinomata per la durabilità e il potere di isolamento dall’acqua e dall’umidità, rinomata a tal punto da essere utilizzata per la pavimentazione di tutta la città di Londra. Anche a Parigi, a partire dal 1839, con la pietra asfaltica proveniente dalla miniera vennero pavimentati in via sperimentale piccoli tratti di strada.
Il materiale estratto veniva portato all’esterno attraverso una galleria orizzontale con dei vagoncini, utilizzati solo in una prima fase; con il potenziamento delle tecniche estrattive venne realizzato dalla compagnia tedesca che aveva la concessione anche un ascensore minerario, azionato da una macchina a vapore, denominata “locomobile”.
Percorrendo la galleria di ingresso, si notano da subito le caratteristiche pareti di calcare impregnato di bitume con colate di pece solidificata. In altri settori della miniera è possibile riconoscere tipiche morfologie di origine carsica: vaschette concrezionate alimentate da acqua di stillicidio, pisoliti (note anche come “perle di grotta”) ed ancora piccole stalattiti e stalagmiti.
Visitando questo ambiente surreale, si ha la possibilità di apprezzare il netto contrasto tra le forme geometriche create dall’uomo e le morfologie morbide e sinuose originate dai processi carsici alimentati dalle acque che permeano le rocce.
“Usciti a rimirar le stelle”, ci siamo spostati verso il litorale nella ridente e ormai famosa Donnalucata, per visitare la struttura turistica “Zafran”, nata dalla ristrutturazione della dimora estiva del barone Penna. Accolti dal gestore, gli alunni hanno visitato la struttura che offre camere “boutique”, tutte uniche e diverse tra loro nell’arredamento e nella disposizione. Il gestore e la professoressa Spataro hanno spiegato dettagliatamente agli alunni come si effettuano le prenotazioni ed altri segreti del mestiere.
Gli alunni della I G, entusiasti e arricchiti, hanno compreso che il nostro territorio, dall’entroterra alla costa, costituisce una vera e propria “miniera” di opportunità.