Non da cittadino modicano, ma da turista, come tanti coi quali mi sono accodato, ho cercato di vivere l’esperienza della Festa dei Musei di Sabato 20 Maggio. E così dalle 19:00 alle 23:00 ho avuto modo di raccogliere dentro di me le sensazioni che provenivano dall’esterno lungo il percorso ideato e promosso dalla città che mi ospitava.
Al termine è venuta fuori la felice intuizione della formula che stava alla base della manifestazione che abbracciava ben undici itinerari diffusi nei vari punti della città che potevano rischiare di essere dispersivi e disgreganti.
Viceversa tutti i siti apparivano legati da un unico filo conduttore, da un collegamento quasi naturale all’interno del quale il notevole flusso di visitatori si muoveva con quasi abituale disinvoltura.
Dalla scalinata di San Pietro dove prese il via la cerimonia d’apertura, al Duomo di San Giorgio, dal complesso monumentale di Santa Maria del Gesù al Teatro Garibaldi fino a piazza Matteotti, la città accoglieva con un immaginario abbraccio quanti in essa si muovevano con compostezza, mossi dal desiderio di scoprire e di indagare le meraviglie in essa contenute.
Operazione non fredda, calata dall’alto per sottolineare un evento che si svolge in tutta Europa, ma profondamente e seriamente accolta con il coinvolgimento delle istituzioni locali, quelle scolastiche, culturali, religiose, musicali: tutte protese a dare un’anima ai complessi museali della città. Ho visto i volti rapiti di quanti ascoltavano i ragazzini che declamavano le poesie di Quasimodo al suono della chitarra e del flauto. Piccoli ciceroni, ma bravissimi e concentrati; un plauso robusto a loro e ai loro insegnanti a dimostrazione del ruolo delicato e potente che la scuola può dare al progresso civile ed umano di una comunità. Ho visto nel Museo degli Arnesi di Una Volta il reparto affidato ai bambini della scuola elementare che spiegavano il processo di lavorazione della lana e del ricamo trasmesso a loro dai pazienti insegnanti. Anche qui la presenza di un patrimonio umano destinato a rendere sempre più evoluto il nostro tessuto sociale. Analoga motivazione e passione e competenza si riscontravano negli altri siti: dal Museo visuo-tattile dei siti di Cava Ispica, altro prezioso patrimonio della nostra città sul quale si sta concentrando l’attività del Movimento Azzurro di Modica, all’affascinante scenografia offerta da Duomo di San Giorgio con la visita al Campanile, col concerto tra le scale illuminate, con l’accoglienza ai giardini sottostanti. Potrei continuare, ma credo sia già percepibile come il successo di un evento complesso sia stato reso possibile dall’impegno corale delle Associazioni che curano i vari siti museali alle quali va rivolto un doveroso apprezzamento.
La regia di tutto è partita dall’Amm.ne comunale che ha voluto e saputo affidare alle realtà presenti e operanti nella città, il ruolo di protagonisti rendendoli responsabili e compartecipi del progetto che mira a consolidare la costante crescita del turismo, elevando il livello culturale e favorendo di conseguenza tutte le attività che sul turismo hanno creduto ed investito.
E’ questo l’indirizzo esposto dal Sindaco deciso a dare continuità e sviluppo ad un settore, il turismo appunto, ricco di notevoli prospettive e su questo tema si incentrerà il prossimo incontro a breve scadenza.
Come si nota, quasi inconsapevolmente, da turista sono tornato a cittadino modicano.
Prof. Francesco Pitino,
presidente onorario dell’Ecosezione Cava Ispica del Movimento Azzurro