La senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama, ha presentato lunedì pomeriggio a Modica i contenuti della legge 141 del 2015, approvata durante la legislatura in corso, in tema di agricoltura sociale. Durante l’iniziativa, tenuta nel contesto dell’appuntamento promosso dal Pd cittadino di cui è segretario Giovanni Spadaro (sul tema “Agricoltura sociale, una concreta occasione di inclusione”) si è anche parlato del disegno di legge – presentato dalla stessa senatrice Pignedoli – che prevede agevolazioni per l’inserimento lavorativo in agricoltura di soggetti con disturbi dello spettro autistico, con l’affiancamento di tutor aziendali, il cui iter di approvazione è in corso nella 9° commissione al Senato.
La senatrice Pignedoli, che è stata anche la relatrice della legge 141 del 2015 in Senato, ha spiegato come il provvedimento abbia rappresentato un passo in avanti verso la realizzazione dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o con disabilità nel settore agricolo. Durante il suo intervento la senatrice del Pd, Venera Padua, dopo aver ringraziato il segretario Spadaro per la sensibilità dimostrata nell’affrontare un tema così delicato, ha ricordato come soltanto facendo rete tra imprese, enti locali e mondo dell’associazionismo sia possibile creare i migliori presupposti per garantire l’applicazione delle norme. In caso contrario, ha sottolineato l’esponente dem, “il rischio è quello di aver creato un contenitore vuoto, senza ricadute efficaci ed effettive nel quotidiano. L’obiettivo della legge sull’agricoltura sociale è di garantire risposte adeguate per i soggetti delle fasce deboli anche in settori, come quello dell’agricoltura, in cui si fa impresa: è possibile, infatti, coniugare gli obiettivi no-profit del mondo sociale con quelli del profit aziendale. Ovvero, introdurre i valori della solidarietà e dell’etica all’interno della visione economica”. Ad introdurre i lavori è stato il segretario dei democratici di Modica, Spadaro, il quale ha spiegato che per affrontare un argomento così impegnativo era d’obbligo mettere assieme un parterre di relatori di primo piano.
Tra gli altri, hanno partecipato Lorenzo Cunsolo, Uo S1208 assistenza tecnica, consulenza, formazione, informazione, che ha spiegato quali siano le misure comunitarie a cui è possibile attingere per garantire sostenibilità alle norme in questione, e Salvatore Cacciola, dirigente sociologo della Uo Educazione alla salute aziendale e presidente Aies Sicilia, che ha riportato la propria esperienza, chiarendo come ci sia ancora molta strada da percorrere. Si sono inoltre registrati gli interventi di Alessandra Barone, dirigente sociologa, dipartimento salute mentale dell’Asp 7, Valeria Nigro, psicologa dell’associazione “Ci siamo anche noi”, e Muni Sigona de “La Casa di Toti”, che hanno riportato le loro esperienze nel campo del sociale, sottolineando come avere la possibilità di coniugare determinati percorsi occupazionali con la necessità di garantire un sostegno a soggetti che si trovano in difficoltà è quanto di più concreto ed efficace si possa sperare per garantire un certo sollievo a chi ha bisogno. É intervenuta durante il convegno, con la finalità di condividere con la platea la propria esperienza, anche Francesca Bruno, donatrice di un fondo su cui attualmente sorge, oltre ad un’azienda agricola, un ristorante gestito con l’ausilio di persone con diversa abilità. E ha parlato anche Paolo Modica dell’associazione Alberto Portogallo. “I vari interventi – ha concluso la senatrice Padua – sono serviti per comprendere come sia fondamentale l’interazione tra le buone prassi già avviate presso le singole comunità e le norme legislative: oggi quello sull’agricoltura sociale può essere considerato uno dei percorsi più interessanti per il sostegno alle fasce deboli. La vitalità mostrata nelle esperienze concrete che sono state riportate nella nostra provincia dimostra la presenza di mentalità antesignane rispetto ai contenuti della legge approvata dal Parlamento. Ora, è fondamentale fare rete per radicare ancor più nelle comunità locali il convincimento che coniugare l’impegno sociale con gli obiettivi di un’impresa è realmente possibile”.