Si è chiuso il processo di primo grado a carico di un uomo di 33 anni, originario della Libia, che doveva rispondere delle accuse di sfruttamento della prostituzione
ai danni di una minorenne nigeriana, nonché di violenza sessuale nei confronti della stessa ragazza, dopo averla fatta entrare in maniera irregolare in Italia, e di averle causato, colpendola con calci, pugni e schiaffi, contusioni multiple giudicate guaribili dai medici in 10 giorni. Per questi reati Mohamed Alì Ramzi, difeso dall’avvocato Carlo Ottaviano, è comparsi dinanzi al collegio penale del tribunale di Ragusa, che lo ha condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione e 15 mila euro di multa, pena sospesa. L’imputato è stato condannato per i reati meno gravi, mentre è stato assolto dalle accuse più pesanti, ovvero sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale. La pubblica accusa aveva invocato la condanna a 7 anni di reclusione e 30 mila euro di multa. Dopo la sentenza, il 33enne è stato immediatamente rimesso in libertà. I fatti da cui è scaturito il processo si verificarono ad Acate, dove, nell’ottobre 2016, scattarono le manette ad opera dei carabinieri. L’uomo fu rinchiuso dapprima nel carcere di Ragusa, e successivamente nella casa circondariale di Cavadonna, a Siracusa. Ora dunque la scarcerazione susseguente alla sentenza dei giudici iblei.