Su delega della Procura Regionale della Corte di Conti di Palermo e nell’ambito delle indagini connesse alle ipotesi di peculato relative alla distrazione dei fondi destinati alla Scuola Regionale dello Sport, hanno eseguito un sequestro conservativo di beni per circa 2 milioni di euro nei confronti dell’ex presidente del Coni di Ragusa, Sasà Cintolo e del dirigente Silvio Piazza.
La misura cautelare patrimoniale eseguita costituisce un importante punto di arrivo dell’indagine condotta dalla Compagnia di Ragusa, su delega della magistratura contabile, che ha accertato reiterate illiceità compiute dall’ex Presidente della Scuola Regionale dello Sport e dall’ex Direttore della medesima articolazione del Coni, responsabili del danno erariale cagionato alle casse della Regione Siciliana e del bilancio nazionale del Coni, per l’ammontare di 1.123.805 euro a carico di Cintolo ed 844.296 euro a carico di Piazza.
L’attuale sequestro scaturisce dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale instaurato presso la Procura della Repubblica di Ragusa, che aveva portato, nel mese di gennaio scorso, al provvedimento cautelare dell’arresto eseguito nei confronti di Cintolo Rosario ed al sequestro preventivo delle somme di denaro rinvenute sui conti correnti dei due.
In linea con l’azione di contrasto alla corruzione posta in essere dai magistrati contabili, l’intervento della Procura regionale della Corte dei conti, a tutela del presunto ingente danno erariale accertato, ha consentito di porre un vincolo cautelare su beni immobili dei destinatari della richiesta di sequestro curata dal pubblico ministero contabile e integralmente accolta con decreto del Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti.
In particolare, sono state sottoposte a sequestro la quota pari ad un mezzo della villetta sita a Ragusa, destinata ad abitazione principale e l’intera villa al mare, ubicata nel territorio di Santa Croce Camerina a carico di Cintolo Rosario, mentre nei confronti di Piazza Silvio la metà dell’immobile e la relativa pertinenza, destinato ad abitazione principale, presso il comune di Siracusa, ed ½ di un immobile secondario di Noto.
La vicenda in argomento ha permesso anche di accertare responsabilità a carico di istituti di credito, i quali hanno omesso la dovuta vigilanza sulla clientela ai fini della normativa antiriciclaggio e sull’utilizzo del contante, rischiando ora sanzioni amministrative per importi che vanno da 1.036 euro a 41.500 euro.