Piazzetta Grimaldi affollata per il trentennale della scoperta della chiesetta rupestre di S. Nicolò inferiore. E’ stata una serata aperta nel ricordo del compianto direttore del museo civico, Duccio Belgiorno,
cui si deve la scoperta del sito nel 1987. Il duo musicale formato da Anna Maria Cerruto e Martina Morana ha intonato “Ciuri ri l‘uocci miei”, la canzone cara proprio a Duccio Belgiorno prima di passare la parola Sabrina Tavolacci, presidente dell’associazione Via, che gestisce il sito museale. Sabrina Tavolacci ha ricordato i passaggi che hanno portato alla gestione della chiesetta da parte della Etnos nel 1996. Un luogo incantato –ha detto la presidente del Via- visitato lo scorso anno da circa 8 mila turisti. Eugenia Calvaruso, presidente del Centro Studi sulla Contea di modica, proprietario dell’immobile, ha rimarcato il ruolo svolto dall’associazione e dai suoi soci che sin dal 1992 per volontà dell’allora presidente Giorgio Cavallo e la collaborazione dei tanti soci acquisì dalla famiglia Mazza la chiesetta in un progetto più ampio di valorizzazione dei beni culturali della città.
Dopo il saluto del vicesindaco Giorgio Linguanti e del sovrintendente ai Beni culturali di Ragusa, Calogero Rizzuto, che ha elogiato il Centro studi per la meritoria opera di recupero e valorizzazione, è toccato a Giovanni Di Stefano, docente all’Università della Calabria, ripercorrere tutte le fasi della scoperta grazie anche alla proiezione di diapositive. Giovanni Di Stefano, emozionato nel ricordo di Duccio Belgiorno, fu testimone e protagonista della scoperta di una chiesetta in origine di rito bizantino e poi cristiano. S. Nicolò è stata chiesa parrocchiale fino al 1577 ed ubicata nel cuore della città storica. E’ un pregevole esempio di architettura religiosa rupestre e gli affreschi sono di grande valore artistico, recuperati grazie al restauro concluso nel 1989. Oggi, ha detto Di Stefano, S. Nicolò è anche un esempio esemplare di gestione grazie alla convenzione con i privati che si sono rivelati determinanti nella valorizzazione. In conclusione Giovanni di Stefano ha ricordato i meriti di Raffaele Galazzo, allora presidente della Pro Loco, e di Giovanni Modica Scala, cultore di storia locale, che seguirono insieme a Duccio Belgiorno le varie fasi del recupero. Sonia Asta, autrice di una tesi sulla chiesetta, ha poi condotto le visite all’interno della chiesetta.