L’Amministrazione grillina ragusana si è esibita nuovamente in una prova di comunicazione ipocrita nei confronti della città. La missione palermitana di ieri, che avrebbe dovuto allontanare lo spettro di un’emergenza rifiuti ben lungi dall’essere scongiurata del tutto, è stata presentata come una vittoria perché sarebbe stato ottenuto
un “duplice importante risultato”: la convocazione di una conferenza di servizio per domani, per verificare se si può procedere con l’Autorizzazione Integrata Ambientale, e le assicurazioni che entro oggi la Regione avrebbe indicato un sito alternativo dove conferire i rifiuti. Sostanzialmente la situazione non è cambiata di una virgola: ancora promesse, ancora attese. Rimane solo la speranza che da Palermo venga trovato un sito alternativo e, nel frattempo, sia rilasciata l’Autorizzazione Integrata Ambientale per procedere col progetto di ampliamento. D’altra parte è la stessa Amministrazione ad ammettere il perdurare di una “situazione di potenziale nuova emergenza rifiuti alla scadenza dell’ordinanza” emanata sabato.
Siamo fiduciosi, affermano dal Laboratorio Politico 2.0 Ragusa, che alla fine la Regione troverà il modo per farci stare sereni ancora per un po’, ma tutta la faccenda rimane emblematica dell’atteggiamento complessivo dannoso da questa amministrazione.
Lo stop al progetto della quarta vasca, la mancata messa in funzione del centro di compostaggio, la totale assenza di uno straccio di “piano b” per avere soluzioni in caso di qualsiasi problema, sono termometro importante della scarsa attenzione con la quale si affrontano i grandi temi per la nostra Ragusa. Il M5S dà continuamente l’impressione di essere lì ad attendere che qualcun altro gli tolga le castagne dal fuoco quando, invece, il Comune di Ragusa quale socio maggioritario della Società di Regolamentazione Rifiuti avrebbe dovuto interpretare un ruolo diverso: quello trainante nei confronti degli altri Comuni nella progettazione si soluzioni.
Siamo consapevoli che la normativa vigente prevede la chiusura delle discariche nel 2030 e che sarebbe impensabile costruirne di nuove, ma immaginare di procedere in questo modo senza alternative serie anche su un piano di impiantistica sembra completamente fuori da ogni logica di buon senso.
Il altre parole, ciò che vogliono sapere i ragusani è: una volta superata l’emergenza di questi giorni, si riuscirà, finalmente, a programmare qualcosa di utile per non ritrovarci tra pochi mesi nella stessa situazione?