Il Parco di S. Giuseppe Timpuni anche ieri protagonista , scenografo d’eccezione , del secondo appuntamento estivo con il teatro classico, a Modica.
Dopo” I Sette contro Tebe “, “venerdì 28 luglio i bravissimi allievi
dell’Accademia Giusto Monaco-scuola collegata all’INDA – Emanuele Carlino e William Caruso si sono cimentati nella recitazione di brani tratti dalla spassosissima commedia Le Rane di Aristofane, nei panni del poeta Eschilo, il primo, ed in quelli di Euripide il secondo , per la sapiente regia e voce narrante del prof. G. Paolo Renello , Docente del Dipartimento di Studi Umanistici di Salerno.
Fra un lazzo furfantesco e l’altro si faceva fatica veramente a pensare che il contesto storico dell’Atene in piena crisi politica e morale del 405 a. C., – lestofanti , pettegoli sobillatori di risse e cialtroni- fosse quello di duemila e cinquecento anni fa e non quello attuale.
Comunque , sorvolando su questo piccolo dettaglio cronologico, la briosa recitazione dei nostri attori avrà sicuramente fatto nascere un dubbio nelle menti degli spettatori , numerosi , curiosi e divertiti .
Il teatro, la cultura , la poesia e il Mito , possono ancora salvarci dal naufragio molto attuale della democrazia e della concordia civile?
Ne era convinto Aristofane se, per tale nobile scopo, spedì Dioniso, una divinità legata alle forze indomabili della Natura, negli INFERI per riesumare due poeti tragici , icona di “tradizional- conservatorismo etico-religioso”, Eschilo,….di “popolare laicità ed apertura alle donne e alle classi più emarginate “, Euripide, nel tentativo di scoprire attraverso un agone letterario chi dei due fosse il più adatto a salvare la città di Atene.
La cultura quindi, duemila e cinquecento anni fa, al centro del dibattito politico come fautrice di moralità e coesione civica e senso dello Stato.
A chi dare la palma della vittoria? La conquista Eschilo. Aristofane sicuramente una luce di salvezza la intravedeva nella theìa manìa, quella follia divina che sola poteva ridare vita a ciò che la razionalità sofistica rendeva sterile – altrimenti non avrebbe scelto Dioniso a dirimere la lite tra i due poeti !…,- in quella follia divina , bacchica che irrompe durante la Commedia nel canto gracidante, irriverente , delle Rane del Coro.
I cittadini ateniesi erano sfiancati – ci dice Aristofane- , ancor più che economicamente per le spese militari della guerra del Peloponneso , dal clima stagnante e litigioso del razionalismo un po’ sofistico e dissacratore che sovvertiva l’ordine sociale –colpevoli anche i versi di Euripide che davano visibilità agli schiavi, agli stranieri, a quelle “donnacce” , come le definisce Eschilo- portate di frequente sulla scena dal poeta tragico sconfitto nell’agone.
L’agorà In ogni caso, oggi, ringraziando i cittadini ateniesi di questo dono che ancora sopravvive per noi , potrebbe ribaltare il verdetto , sofisticamente motivandolo, se si impegnasse un po’ di più a riflettere senza orologio.
La sottoscritta, per concludere, a nome di tanti modicani e non, è felice di poter rinnovare gli apprezzamenti sinceri agli attori, all’operato dell’Amministrazione comunale e all’ass.re Rita Floridia che con coraggio e determinazione hanno accettato la sfida di promuovere una iniziativa così innovativa , di cui si sentiva largamente il desiderio a Modica, e che- mi auguro – si possa estendere anche alla fruizione delle scuole.
Tra cioccolato, barocco …e classicità Modica si avvia ancora più sicura verso il risveglio e la rinascita culturale.
L’ultimo appuntamento della stagione, del 4 agosto ’17 , prevede la rappresentazione delle Fenicie, con la partecipazione dell’attrice Simonetta Cartia nei ruoli di Giocasta e Antigone.
Prof.ssa Valeria Terranova