Lo scorso dieci agosto, un gruppo di docenti delegati, del “Comitato Spontaneo Docenti di Ragusa”, ha presentato al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Giovanna Criscione il seguente documento che pubblichiamo integralmente.
“Il presente documento viene da oltre 150 docenti che hanno subito gli effetti negativi della legge 107/2015 e degli algoritmi a cui è stata legata la mobilità. Premesso che con il presente atto si intende far conoscere a tutti gli organi istituzionali dello Stato, a partire dall’Ufficio Scolastico Provinciale nella persona del suo Dirigente, che esiste l’improrogabile necessità di avviare un urgente ed immediato Piano Nazionale di Rientro in Sicilia dei docenti di ruolo che hanno subito la legge 107/2015 . Considerato che l’assunzione dei docenti spediti al Nord ha riguardato principalmente precari storici presenti nelle GAE che svolgevano attività didattiche nelle loro province da parecchi anni; osservato che la corte di Giustizia Europea ha riconosciuto che lo Stato Italiano, nei confronti di noi docenti, ha ripetutamente violato le direttive comunitarie in tema di contratti di lavoro a tempo determinato e che solo dopo l’intervento della 107, la Corte di Cassazione ha sostanzialmente affermato che lo Stato sarebbe da sanzionare per la prolungata reiterazione di contratti a tempo determinato, ma che con le immissioni in ruolo “avrebbe sanato la violazione”. Considerata la forma ingannevole, con la quale era stata nel 2015 comunicata dai massimi vertici del Governo, la notizia di porre fine alle GAE spingendoci come precari a presentare la domanda per il piano straordinario di assunzioni, spinta che ha fortemente condizionato la libertà di scelta di noi docenti. Dato atto che la Costituzione tutela la famiglia e garantisce i diritti dei cittadini e in generale delle persone ed afferma che i genitori devono “istruire ed educare i figli” (difficile farlo se non si permette a questi genitori di vivere con loro), e che le leggi ordinarie non possono generare in alcun modo la disgregazione delle famiglie. Per quanto sopra esposto chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Istruzione e ai massimi esponenti del decentramento amministrativo di porre rimedio all’enorme disagio sociale e alle violazioni di diritto che la legge 107 ha creato nei nostri confronti. Chiediamo ancora che non vengano violati ulteriormente i nostri diritti costituzionalmente garantiti. Chiediamo che l’applicazione della flessibilità del lavoro, propostoci con le nostre assunzioni, non ci chieda di rinunciare a vivere dignitosamente. Consegniamo al Sig. Provveditore per la provincia di Ragusa, quale interlocutore Istituzionale periferico, il presente atto, invitandolo per la sua autorità e sicura sensibilità ad attivarsi con delle proposte concrete in nostro favore, anche di concerto con gli altri Uffici Scolastici per la Sicilia; rimettiamo al Provveditore la nostra stima nel sicuro impegno a far pervenire le nostre legittime richieste agli organi centrali, al fine di avviare un dialogo concreto che consenta di trovare soluzioni urgenti per un piano di rientro definitivo di tutti i docenti “relegati forzatamente al Nord”. Indichiamo di seguito le nostre proposte:
possibilità di ricoprire dei posti di sostegno attraverso anche un contemporaneo percorso formativo istituzionale.
possibilità di poter far richiesta in più province della Sicilia.
possibilità di rafforzare e quindi di svolgere le attività didattiche nel potenziamento;
favorire il trasferimento in deroga alle percentuali da destinare alle graduatorie ed ai concorsi da avviare;
priorità per le assegnazioni provvisorie a partire dall’anno scolastico 2017/2018 anche su spezzoni di cattedre;
tempo pieno nella scuola primaria.
applicazione di una delle deleghe della L. 107, per la promozione dell’arte alle scuole della provincia;
Economia aziendale e Diritto in tutti gli istituti di scuola superiore;
classi di max 18 alunni per favorire una maggiore qualità della formazione”.