“Una operazione, quella dei bagni pubblici, che già denunciamo da tempo, che puzzava e che continua a puzzare. Non se ne può più di una amministrazione che teorizza legalità e pratica illegalità. Ancora una volta siamo costretti a intervenire per chiedere chiarimenti e spiegazioni sulla gestione dei bagni pubblici.
Anche i cittadini chiedono conto e ragione di determinate stranezze”. Lo dicono i consiglieri comunali del Pd, Mario D’Asta e Mario Chiavola, a proposito delle segnalazioni ricevute riguardanti l’erogazione di una ricevuta di cinquanta centesimi dopo che ogni utente ha espletato i bisogni fisiologici. “Su questa brutta storia vi è una richiesta di convocazione della commissione Trasparenza. Su questa e su altre vicende riguardanti la gestione dei bagni pubblici – continuano i due esponenti dem – eravamo intervenuti, come gruppo consiliare del Pd, chiedendo conto e ragione di determinate situazioni poco chiare all’amministrazione comunale, ma ancora nessuna risposta seria. Non abbiamo però mai ricevuto le risposte richieste. Ora, in più, si registrano queste ulteriori anomalie che ci fanno capire come avevamo più che ragione in ordine alle presunte irregolarità da noi fatte emergere”. Nell’aprile di quest’anno D’Asta e Chiavola avevano sottolineato che il Comune di Ragusa paga per il suddetto servizio quasi 100.000 euro in un anno. Dopo tutte le polemiche il Comune ha ben pensato di dare una proroga alla cooperativa che gestisce il servizio. “Il bagno di Piazza San Giovanni, oggetto di diverse denunce da parte di coloro che usufruiscono di quella zona centrale, era stato reso fruibile per i cittadini solo poche settimane fa e, quindi, dopo nove mesi dall’assegnazione della gara vinta il primo giugno del 2016 – dicono i due consiglieri comunali – Negli altri bagni non erano presenti unità lavorative a custodia e pulizia degli stessi. Bagni incustoditi, non curati che certificano non solo mancato rispetto delle regole e della legalità da parte dei Cinque Stelle, ma anche pochezza gestionale politica considerata l’importanza che un servizio del genere riveste in una città come la nostra a vocazione turistica. In più, laddove sono gestiti, come nell’ultimo caso di Marina di Ragusa, lasciando stare le precarie condizioni in cui gli stessi versano, prendiamo atto del fatto che è rilasciata una ricevuta che non si capisce bene che valore abbia. Torniamo a chiedere conto e ragione all’amministrazione comunale circa la gestione dei bagni pubblici in questione su una vicenda che ormai oltre che per i connotati della illegittimità si caratterizza per la sua gravità”.