In poche ore tre morti sul lavoro in Italia, a Bergamo e Lucca. Da diversi mesi segnaliamo il peggioramento delle condizioni generali del lavoro, con i dati dell’anno in corso che indicano un incremento degli incidenti, compresi quelli mortali. Nei primi sette mesi di quest’anno sono aumentati gli incidenti e i morti sul lavoro, il cui numero ha raggiunto quota 591, 29 in più rispetto ai 562 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+5,2%).
È quanto afferma l’Inail pubblicando i dati provvisori sul 2017. Le denunce d’infortunio pervenute all’istituto sono state 380.236, 4.750 in più rispetto allo stesso periodo del 2016 (+1,3%), per effetto di un aumento infortunistico dell’1,2% registrato per i lavoratori (2.832 casi in più) e dell’1,4% per le lavoratrici (oltre 1.900 in più).
Questo, afferma il Segretario Generale della CGIL di Ragusa Giuseppe Scifo, è il risultato di una cultura che ha già metabolizzato l’idea del lavoro completamente sconnesso dai fattori umani.
È il risultato di politiche passate e presenti volte alla totale destrutturazione del lavoro, attraverso l’indebolimento dei diritti e lo svuotamento del suo valore sociale.
Questi sono i dati che occorrerebbe analizzare in maniera seria e rigorosa, per valutare l’effettiva ricaduta delle riforme, a partire dal Jobs Act, sulle reali condizioni di vita delle persone.
L’entusiasmo del Governo in queste ore risuona come l’ennesimo atto di propaganda di regime basata sulla lettura superficiale dei dati statistici sull’occupazione.
Si dice che sono aumentati gli occupati sotto il profilo numerico, omettendo volutamente una analisi approfondita sulla tipologia degli impieghi.
L’ incremento riguarda i dati rispetto allo scorso anno. La maggior parte dei nuovi posti di lavoro è a termine. Quindi significa aumento della quantità di lavoro precario, che oltre ad essere temporaneo e generatore di incertezza nella vita delle persone, è fragile nei diritti e debole sotto il profilo del rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza.
L’aumento della precarietà e degli incidenti sono fattori tutt’altro che rassicuranti, come non lo è anche il persistere di una narrazione fantasiosa ed edulcorata della realtà.
Ci batteremo già dalle prossime ore, prosegue Scifo, per chiedere a chi di competenza, una azione straordinaria sulla condizione del rispetto delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dai settori dove il rischio è maggiore.
Vigileremo sulle attività di formazione sulla sicurezza destinata ad aziende e lavoratori, che si svolgono nel nostro territorio, i cui programmi e i fondi scaturiscono da accordi bilaterali tra organizzazioni sindacali e organizzazioni datoriali.