“Gli strali di Vito Riggio sugli Aeroporti siciliani sono come le febbri malariche: periodiche e non letali (per fortuna)”. Così il deputato regionale, Giuseppe Digiacomo, commenta le recenti previsioni funeree del presidente dell’Enac sul futuro degli aeroscali isolani.
“Dico aeroporti siciliani- precisa Digiacomo- anche perché mi pare che con le altre regioni la sua mano sia più leggera, ma può darsi che mi sbaglio. Può essere che Riggio sia altrettanto severo con Umbria, Campania, Trentino e io non ne sia informato. Ma, si sa, noi siamo il muro basso. Tuttavia mi pare il caso d’informare il presidente dell’Enac, che sarebbe auspicabile che privatizzasse Catania, ancora in mano a enti pubblici che certo un ruolo devono avere nella gestione, ma non di management, anziché profondersi in queste stucchevoli previsioni di sventura che gli sento fare da anni e che ormai non sortiscono altro effetto se non- ironizza Digiacomo- la tradizionale ‘mano tra le gambe’. Proceda autorevolmente, invece, nell’intimare alla SAC la privatizzazione della società di gestione e poi vediamo se l’imprenditore privato chiude Comiso o non lo valorizza adeguatamente! Ma sia chiaro, se non lo fa Riggio andiamo noi all’anticorruzione e vediamo se si può fare morire un aeroporto costruito e gestito con soldi e capitali pubblici senza risponderne patrimonialmente. Nell’immediato, oltre a proteggere Comiso con le unghie e con i denti da questi attacchi scriteriati, siamo impegnati su un altro versante cui ci aveva vincolato la comunità europea e che sembra non interessare nessuno: a Comiso noi costruiremo la più grande area Cargo del Mediterraneo, per dare risposte concrete e positive a uno dei territori europei più vocati, per produzioni e posizione, ad adempiere a questo ruolo”.