“Abbiamo cercato il dialogo con l’Amministrazione Piccitto, proponendo un percorso condivisio con le Associazioni di Categoria e con gli Ordini e Collegi professionali…tutte le strade del dialogo e della politica sono state battute ma, non abbiamo ottenuto alcunquè!
Così, dichiarano da Ance Ragusa, ci siamo dovuti rivolgere al TAR Catania, non direttamente ma per il tramite di nostri Imprenditori associati e con il supporto di alcune Cooperative edilizie, per chiedere il rispetto delle regole e la trasparenza che, a nostro avviso, sono mancate allorquando è stata adottata con variante, la modifica del Regolamento comunale che impone una serie di misure volte al recupero delle acque grigie ed al risparmio idrico per le nuove costruzioni, per quelle in via di costruzione, per i progetti già dotati di regolare concessione nonché per gli interventi di ristrutturazione edilizia.
Non discutiamo sulla ratio della modifica né sugli scopi che la variante intende perseguire, ma abbiamo denunciamo l’assenza di concertazione che avrebbe potuto consentire di apportare dei miglioramenti tecnici al provvedimento, l’assenza di informazione alla cittadinanza con le modalità di pubblicazione dovute e, soprattutto, l’assoluta illegittimità ed iniquità della retroattività delle nuove norme che i Cittadini, le Cooperative e le Imprese hanno conosciuto solo attraverso la pubblicazione di un semplice avviso che annunziava l’immediata operatività della disposizione.
Al TAR l’Ance ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, del Regolamento Edilizio per violazione della normativa sulla pubblicità nonché, in subordine, l’annullamento della norma transitoria che dispone la retroattività delle modifiche intervenute, ed il TAR nell’udienza dello scorso 20.09.2017, ritenendo implicitamente sussistente la fondatezza del ricorso, con ordinanza del 25.09.2017, ha disposto la nomina di un C.T.U. solo al fine di verificare la sussistenza dell’effettivo danno lamentato dai Cittadini, dalle Cooperative e dalle Imprese ed ha rinviato all’udienza del prossimo 6 dicembre
Se esiste un “giudice a Berlino” lo vedremo, intanto anche a Ragusa vige il sempreverde detto “mi faccia causa!” anche perché, nessuno sarà responsabile dei danni cagionati e, comunque, a pagare saremo sempre noi: i Cittadini.