Sciopero dipendenti ex Provincia Regionale di Ragusa. “No al prelievo forzoso dello Stato che condanna gli enti al dissesto”

Sciopero dipendenti provincia ragusa

Totale partecipazione dei dipendenti dell’ex provincia di Ragusa allo sciopero generale indetto dai sindacati a livello contro i “tagli” fissati dallo Stato nei confronti di province e città metropolitane che hanno portato gli enti sull’orlo del dissesto strutturale.
A Ragusa, corteo per le vie cittadine e sit in davanti alla Prefettura prima di essere ricevuti dal Capo di Gabinetto Massimo Signorelli. La protesta di Ragusa riguarda, oltre alla rivendicazioni nazionali contro il prelievo forzoso dello Stato, la richiesta di un finanziamento regionale adeguato ad evitare il dissesto dell’Ente che aspetta almeno 5 milioni di euro dall’ultimo riparto di 21,5 deciso dall’Assemblea Regionale Siciliana per evitare la messa in liquidazione dell’Ente e la chiusura dei servizi essenziali.

«Esprimiamo – affermano le parlamentari Lorefice e Ferreri del M5S- solidarietà ai dipendenti della Provincia Regionale di Ragusa che ancora oggi manifestano per veder riconosciuti i loro sacrosanti diritti e per garantire servizi, a partire da quelli essenziali. Un problema, quello del prelievo forzoso dello Stato, un vero e proprio dramma, una problematica che viene sollevata da anni ormai ma non sembra trovare soluzione. Solo promesse, le solite e nulla più. Ciò che oggi sta avvenendo è frutto di scelte che non hanno saputo tenere conto delle necessità dei territori e dei dipendenti. Non c’è più un euro per garantire la sicurezza nelle nostre strade provinciali, anche le scuole piangono la mancanza di fondi per interventi strutturali. Le famiglie dei disabili sono continuamente in lotta per vedere garantiti i servizi di trasporto e assistenza dei loro figli. E, intanto, il tempo passa e i problemi sono sempre di più. Qualche mese fa avevamo discusso in Parlamento una mozione proprio sulle province chiedendo massima attenzione al Governo, ma questo e la maggioranza sembrano sottovalutare il problema e continuano a girarsi dall’altra parte. I territori e gli enti -concludono- sono sotto la pressa di scelte fallimentari e la morsa dell’assenza di fondi. Quella contro un Governo sordo alle necessità dei territori e dei cittadini sembra una battaglia contro i mulini a vento. Eppure dobbiamo trovare una strada possibile, lo dobbiamo a tutti i lavoratori che portano avanti il Paese, lo dobbiamo alla nostra terra, a tutti noi. Il Governo deve trovare delle soluzioni prima che vada tutto a rotoli».

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