Articolata, puntuale e volutamente non ancora esaustiva la relazione al ricorso alla decisione della Corte dei Conti di Palermo di dichiarazione di dissesto ai danni del comune di Modica.
Antonio Barone, difensore dell’ente, unitamente ad Aristide Police un luminare del diritto amministrativo, non ha scoperto in aula tutte le carte che compongono le tesi difensive, vuoi per non anticipare gli argomenti di merito, vuoi per un fatto deontologico atteso che tutta la linea deve essere ancora oggetto di confronto con il collega docente universitario della “Sapienza” di Roma.
Presenti diciannove consiglieri il consiglio si apre con l’informazione del Presidente Garaffa sull’ordine del giorno dei lavori: la discussione sulle delibere 150 e 151 della Corte dei Conti. S’intendono conoscere i termini del ricorso avanzato dall’Ente avverso le decisioni del magistrato contabile. Presente, infatti, in aula l’avv. Antonio Barone che rappresenta l’ente nell’opposizione alle delibere de quo.
L’amministrazione intende illustrare tramite il legale i termini del ricorso alle delibere della Corte dei Conti e conoscere quindi lo stato dell’arte della situazione in corso.
L’Avv. Antonio Barone evidenzia alcuni passaggi in un momento che valuta delicato.
Relazionare prima che il ricorso sia stato presentato lo giudica irriguardoso nei confronti della Corte dei Conti e quindi dell’ente. Peraltro l’opposizione è in itinere e va ponderata con il collega amministrativista. Ricorso che sarà consegnato all’amministrazione che lo renderà noto.
Si riserva di entrare nel merito del ricorso dopo l’udienza alla Corte dei Conti che avverrà entro il mese di novembre. Anticipare in aula alcuni ragionamenti non è opportuno per un mero fatto professionale.
Si stanno evidenziando alcuni elementi di critica che sono contenuti nelle due delibere della Corte dei Conti. dove la legge dà facoltà di impugnarle con un un ricorso alle sezioni riunite della Corte dei Conti. La delibera 150 è grave e prevede la procedura del dissesto, ma ancora a bocce ferme perché c’è la possibilità di opporsi alla decisione.
Entro venerdì prossimo sarà inoltrato il ricorso. L’amministrazione ha dato il compito di impugnare sia la delibera 150 come anche la 151.
Poi fa riferimento ad una sentenza della Corte dei Conti, sezione Campania, che ha accertato gli squilibri contabili del Comune di Napoli per due esercizi finanziari, il 2015 e il 2016 e nonostante questo non ha inteso attivare la procedura di dissesto pur avendo eluso, l’ente partenopeo, il patto gi stabilità.
Anzi si dà la possibilità di ripetere il riaccertamento finanziario.
Non è scritto da nessuna parte che non si possa reiterare un piano di riequilibrio finanziario.
Questa è una delle accuse che formula la Corte dei Conti Sicilia. Nel comune di Napoli due esercizi finanziari sono stati reiterati e non hanno provocato l’ipotesi del dissesto. Ammette che si tratta di una procedura complicata.
Pur nel caso del Comune di Catania sono state rilevate gravissime criticità. Poi informa che si è confrontato con esperti ed uffici finanziari per capire e valutare alcuni profili rilevando un’ estrema criticità di questa vicenda ovvero un paradosso che non è nelle facoltà dalla Corte dei Conti.
Il piano di riequilibrio finanziario di Modica è stato rimodulato più volte in tre anni, dal dicembre 2012 sino all’approvazione ottobre del 2015. Il magistrato contabile per legge non ha il potere di controllare l’adempimento di un piano che non è approvato in via definitiva. Il controllo si è esplicato nel 2015 e nel 2016.
Per quest’ultimo anno si sono evidenziati gravi inadempimenti di disavanzo. Nel 2013 e nel 2014 i riscontri sono invece positivi.
Si dichiara consapevole di alcune criticità sulle quali si sta lavorando. L’obiettivo è quello di evitare il dissesto e continuare nell’azione di risanamento.
L’opposizione evidenzia l’impressione di un avvocato tirato per giacca in quanto giustamente non può entrare nel merito della questione; si può solo discutere di cosa accadrà se il ricorso non sarà presentato e cosa avverrà se sarà respinto o accolto.
Ancora l’opposizione concorda con le difficoltà dell’avvocato nel discutere nel merito il ricorso ma si aspettava un’illustrazione dei contenuti di base che sostengono il ricorso stesso e degli obiettivi, anche di carattere politico, che l’amministrazione si pone nell’ipotesi in cui questo ricorso dovesse essere accolto.
La Corte dei Conti nella delibera 150 fa un’analisi di fatti basati sui numeri e qualcuno li dovrà mettere in discussione, questo significa avere una programmazione nel caso in cui la situazione si possa recuperare. Capire insomma quali obiettivi intende cogliere l’amministrazione. Diversamente si dà l’idea di un ricorso dal carattere generale.
Un consigliere dell’opposizione rileva che si sarebbe aspettato una relazione più corposa. C’è da capire se il ricorso presenta argomenti incisivi per essere accolto. La Corte dei Conti nei fatti pone criticità precise come il mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi posti in essere proprio dal magistrato contabile.
Così come il mancato invio di atti e documenti. Nei fatti l’amministrazione è inadempiente. Capire ancora se il ricorso serva a prendere tempo, come si dice, sino alle elezioni del prossimo anno.
Un altro consigliere dell’opposizione rileva che le due delibere convergono entrambe nella stessa direzione.
La delibera 150 entra nel merito rilevando delle criticità che non sono state superate ma addirittura ingigantite. Se si vince il ricorso – se si perde la strada è il dissesto- c’è un problema. Le misure correttive non sono state vagliate e respinte dalla Corte dei Conti perché non effettuate. Qui l’avvocato e i ricorsi non c’entrano.
Il collegio dei revisori il 15 gennaio dovrà relazionare sul secondo semestre del 2017 e a questo punto l’amministrazione quali misure intende mettere in campo ? Ci sono questioni aperte che gli avvocati non possono risolvere. Vedi la criticità legate alle anticipazioni di cassa, difficile da superare. Oggi siamo a venti milioni di euro e quelli resteranno anche in caso di vincita del ricorso. L’indomani di un ricorso vinto, insomma, quale sarà la soluzione? C’è nei fatti una difficoltà reale di introitare somme, siamo al 15 per cento come percentuale d’introito. Si ricorda che c’erano 64 milioni di euro per pagare i debiti sino al 31 dicembre 2012. E si è persa quest’occasione. Come si risolverà il problema dei ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti, delle cooperative e della Spm? Il problema è politico. Quest’amministrazione è un impedimento al risanamento e chi guida l’amministrazione dovrebbe dimettersi. Oggi s’incrementano le spese e si riduce la velocità delle entrate. Si elencano alcune delibere che incrementano le voci per le luminarie e per altre spese subito dopo che la Corte dei Conti cita il dissesto dell’ente. Si possono impegnare somme molto minori per queste spese non obbligatorie. Altro punto di criticità la mancata riscossione delle tasse e imposte. Questo obbliga alle anticipazioni di cassa. Siamo nel 2016 e gli interessi ammontano a 804 mila euro.
Si contestano poi le ultime bollette idriche in cui si riporta l’importo del canone senza la lettura dei contatori per la quale s’invitano i cittadini a comunicarla. Solo pochi l’hanno fatto. S’invita il segretario generale a mettere un freno a queste spese di carattere elettorale. Si citano altre delibere e rilievi del magistrato contabile per diversi esercizi finanziari come il ritorno dei tredici milioni di euro perché non impegnati per pagare i debiti, l’incapacità dell’ente a fare i correttivi adeguati e come alle enunciazioni di principio non solo seguiti gli atti da inviare alla Corte dei Conti. Insomma l’amministrazione ha perso credibilità nei confronti del magistrato contabile.
Un altro consigliere dell’opposizione rileva come gli impegni assunti dal capo dell’amministrazione in campagna elettorale e cioè a dire che avrebbe risolto i problemi esistenti allora, compresi quelli economici.
Su questo è stato creduto dall’elettorale ma il finale è questo. Cioè a novembre 2017 c’è la possibilità del dissesto. Si certifica un fallimento politico di quest’amministrazione.
L’amministrazione nella replica agli interventi dell’opposizione evidenzia solo le questioni politiche. Non si teme il mettere in campo il rendiconto di quest’amministrazione e i cittadini giudicheranno.
Ognuno tirerà le proprie conclusioni anche quando c’era chi poteva fare prima e non l’ha fatto.
La settimana prossima, sulle bollette idriche che ammontano a quattro milioni e mezzo di euro saranno indicati i consumi dell’acqua. Le bollette precedenti furono inviate con le indicazioni del canone idrico e i consumi che erano emersi. Nel passato le bollette venivano inviate l’anno successivo rispetto al consumo dell’anno precedente. Adesso nell’anno di competenza. Un disavanzo di 24 milioni di euro per il 2012 e su questo è stato fatto un piano di equilibrio. Uguale somma era riferibile all’accertamento straordinario dei residui. Si è pronti a fare un dibattito aperto su queste questioni. Sulle spese lancia una sfida sulle spese dell’amministrazione precedente. Nel 2010 nessuna riscossione coattiva fu fatta e nessuna iniziativa fu assunta dopo mandando in prescrizione una massa di crediti.
Nell’ultimo piano di equilibrio c’è la possibilità di spalmare in trent’anni il disavanzo, e questo è stato fatto con l’approvazione in consiglio dell’ultimo piano di riequilibrio finanziario.
L’amministrazione rendiconterà la spesa di ogni servizio, compresi quelli che vengono giudicati non essenziali, come il sostegno alle categorie produttive della città.
L’amministrazione ha dato il massimo rispetto alle condizioni economiche esistenti: nessun’altra avrebbe fatto altrettanto.
Le difficoltà che provengono dal passato sono oggi passate al setaccio dalla Corte dei Conti. L’amministrazione valuta che le riscossioni aumentano così come sono partiti gli accertamenti di edifici non dichiarati. Si allarga dunque la base impositiva a tutto vantaggio del contribuente.
Quest’azione è svolta adesso sfidando anche l’impopolarità.
E’ giusto che i cittadini conoscano la verità e cioè che lo stato dei fatti oggi è fortemente condizionato dalle scelte dal passato. Sulla calamità del 22 e 23 gennaio scorso si registra una fiducia della protezione Civile nazionale e regionale mettendo in campo una progettualità che ha consentito interventi in città. Arriveranno le risorse così come quelle relative a quelle degli investimenti che saranno ancora una volta spesi nel territorio.
L’avv. Antonio Barone concludendo il dibattito rileva una vicenda grave per la città e poteva comunque non partecipare al dibattito; lo ha voluto fare perché gli è stato chiesto di difendere il comune di Modica contro la Corte dei Conti. Il ricorso non può avere una valenza politica e apprezza che qualche consigliere dell’opposizione ha lasciato l’aula per evitare una promiscuità di ruoli, fuori luogo. Respinge l’idea di farsi coinvolgere in valutazioni politiche di parte di alcuno. Si spera che possa essere un ricorso utile che eviti il dissesto finanziario al Comune di Modica.
Il punto successivo all’ordine del giorno non viene discusso. Viene ritirata, infatti, la mozione di deliberazione della dichiarazione del dissesto economico del Comune di Modica e atti conseguenti presentata dal consigliere Michele Polino atteso il ricorso alla sezione unite della Corte dei Conti in itinere.
Ufficio Stampa Comune di Modica