Se ci guardiamo intorno, è come se ci trovassimo a vivere sul palco di un teatro, dove tutto è finzione. Il termine finzione non deve necessariamente far pensare ad un atteggiamento di falsità o di doppiezza, ma al bisogno di soddisfare la rappresentazione di se stessI o della realtà al fine di esserci, di avere un ruolo, una visibilità, un riconoscimento; la finzione era la forma d’arte per eccellenza e di grandissima importanza nella cultura ellenica. La stessa parola “attore” è un derivato di finzione ed indica appunto colui che recita. Alcuni dicono che nella nostra società la finzione è necessaria per poter vivere. E’ necessaria nella politica, nel sindacato, nella cultura, nella chiesa, nell’economia, nella famiglia, nelle relazioni quotidiane. Insomma è un ingrediente di cui non si può fare a meno. Certo, è innegabile che riuscire a vivere senza finzione è difficile e complesso. Come si fa, dice qualcuno, a dire veramente quello che si pensa? Ci si fa solo nemici!
L’idea sociale più corrente è quella che sostiene che non è possibile vivere senza finzione! Il rischio è grosso, perché c’è la paura di poter perdere la propria posizione acquisita, nonché di ritorsioni e di vendette. E allora si lascia correre, ci si nasconde, ci si mette la maschera e si finge. Un bel palcoscenico di una società teatrante!
Leggi tuttoL’Osservazione dal basso…di Direttore. Il tramonto del paese in una finzione come “male sociale”