Trasferiti a Trapani i tre “fuggiaschi” del carcere di Favaignana, Giuseppe Scardino e Massimo Mangione di Vittoria e l’ergastolano Adriano Avolese, di Pachino. Il Procuratore della Repubblica,Francesco Morvillo, nel corso di una conferenza stampa durante la quale sono state spiegate le fasi dell’arresto, ha sottolineato che c’è un’indagine per accertare se all’interno della struttura penitenziaria possano esserci state responsabilità colposo o dolose”. Questo perchè alcuni aspetti della fuga non tornano. I tre molto probabilmente subito dopo essere fuggiti hanno trovato rifugio in una delle tante villette in questo periodo chiuse.
Si deve capire la provenienza degli arnesi (chiavi inglesi e cacciaviti) che i fuggiaschi avevano con loro al momento dell’arresto,
avvenuto in località Punta Longa, prima che potessero impossessarsi di un’imbarcazione, approfittando delle favorevoli condizioni meteo marine, con l’intento di raggiungere Marsala, che dista quindici minuti di navigazione.
Pare che le lenzuola lasciate sul muro di cinta del carcere possano essere state lasciate per simulare una fuga che in realtà sarebbe avvenuta con modalità diverse, poichè la ridotta lunghezza avrebbe costretto i tre a compiere un salto nel vuoto di oltre tre metri. Difficile appare l’ipotesi che abbiano potuto segare le sbarre della cella, possano essere riusciti a salire sul tetto e a saltare, senza perdere l’equilibrio, sul muro di cinta.