E’ stato presentato a Modica, giovedì 9 novembre , alle 17 al Palazzo della Cultura, il romanzo “Il vendicatore oscuro”- Caravaggio , pubblicato dalla scrittrice siracusana Annalisa Stancanelli ed edito da Mondadori Electa Storie.
Dopo l’introduzione della dott.ssa Giovanna Criscione , che ha presentato l’autrice , a parlare del romanzo è stato Domenico Pisana, Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, ad illustrare il volume evidenziando come alla base del romanzo di Annalisa Stancanelli ci sia il bisogno storico-letterario ed artistico di offrire degli approfondimenti in ordine alla presenza, di circa due mesi, di Michel’AngeloMerìsi, conosciuto con il nome di Caravaggio, nella città di Siracusa, ove l’artista approda nel 1608, viene trasportato a braccia, in fretta, attraverso un cunicolo scavato nella roccia fino al convento dei Cappuccini, essendo in fuga da Malta, e dove realizza quadri come il dipinto “il seppellimento di Santa Lucia”, che Caravaggio lascia nella Chiesa di Santa Lucia alla Borgata ed oggi esposto ad Ortigia nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia.
La Stancanelli “racconta e si racconta” tra verità e finzione, tra la verità degli eventi storici e la finzione della scrittura narrativa, che è propria, ma non solo, della letteratura.
L’autrice riesce a fare incrociare letteratura, psicologia, ricerca storica e arte pittorica, operando una simbiosi tra luce e buio che si compenetrano anche fisicamente; luce e buio che richiamano sicuramente una riflessione teologica come fondamento religioso della vicenda spirituale di Caravaggio a Siracusa. Il romanzo vuole attestare che il contrasto tra luce e buio nella pittura di Merìsi rispecchia il contrasto tra luce e buio presente nella sua vita di artista; lì dove infatti Caravaggio viene ospitato succedono delle morti molto strane; morti che sembrano quasi delle piece teatrali e che fanno sorgere delle domande al pittore su chi possa essere questo vendicatore oscuro.
Annalisa Stancanelli muove la sua scrittura partendo da dati concreti e da eventi storici ben precisi, dando vita così ad un romanzo che non si connota come una mera esercitazione letteraria di chi si affida alla fantasia ed immaginazione creativa, ma come “prosa realistica” che attesta come l’autrice sia una donna cui piace “stare in mezzo alle cose che succedono” per usare un’ espressione di Calvino, cui piace ricercare, analizzare per dare alla sua scrittura una funzione comunicativa.