Attività di riciclaggio e infiltrazioni criminali nel gioco: l’analisi del procuratore De Martino

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Il Sostituto procuratore Direzione nazionale antimafia, Diana de Martino, durante il suo intervento al convegno “IV Direttiva Antiriciclaggio – Criticità e modelli di applicazione per gli operatori di gioco“, ha analizzato l’impatto che le attività di riciclaggio del denaro hanno nel gioco.
A partire dagli anni 2000 il legislatore ha operato avendo di mira una determinata opportunità: togliere potere alla criminalità e rendere il gioco legale, facendo arrivare all’erario più introiti. In realtà la criminalità è sempre più attenta e adotta strumenti più sofisticati di infiltrazione nel settore del gioco. Questa penetrazione può avvenire anche nel settore legale attraverso l’estorsione, ad esempio. Oppure con l’imposizione di determinati apparecchi da intrattenimento o ancora nel costringere l’esercente a pagare per ogni slot posseduta un tot al mese all’organizzazione criminale. Tutte queste emergenze riguardano attività illegali su piattaforme legali“, ha spiegato de Martino.

Il procuratore ha inoltre sottolineato che nel segmento del gioco online legale i rischi di riciclaggio sono più bassi, grazie alla certificazione AAMS dei casino online italiani, ma crescono quando c’è gioco clandestino. “C’è poi l’utilizzo di slot non collegate alla rete o manomesse e la diffusione di totem che consentono gioco online. Questo permette guadagni enormi alle cosche. Inoltre c’è la prassi di ripulire il denaro attraverso false vincite. Il consenso sul territorio è una delle strategie ricercate dalle mafie L’accertamento di queste condotte illegali è piuttosto ostico e le pene non sono alte. Dai dati il numero di procedimenti nel gioco è stabile e si concentrano nel Sud e nel Lazio, ma non hanno numeri elevati“, ha aggiunto.
Per i clan il comparto è fonte di facili guadagni. Infiltrandosi verso il basso portano alla creazione di un sistema parallelo. Online ed apparecchi da intrattenimento sono i segmenti più colpiti rispetto al match fixing.
Se si guarda alla criminalità organizzata nel gioco, c’è una specializzazione importante dei clan che vedono un guadagno facile nel comparto e ci sono alleanze con imprenditori che non hanno gli strumenti di gestione adeguati. I settori più colpiti sono l’online e gli apparecchi, mentre c’è meno attenzione al match fixing. Le indagini che si sono svolte mettono in evidenza una grossa capacità delle mafie di infiltrazione verso il basso e in alcuni casi si crea un sistema parallelo. Negli ultimi anni si è evidenziato un respiro transnazionale di infiltrazione e di cooperazione tra diverse cosche, anche se c’è una maggiore attenzione della criminalità siciliana“, ha concluso il Sostituto procuratore Direzione nazionale antimafia.
L’operazione “Deep impact” contro le truffe online, condotta dai carabinieri di Reggio Emilia qualche giorno fa, è uno degli esempi di come il gioco d’azzardo rappresenti uno dei sistemi preferiti dai criminali per riciclare denaro sporco e immetterlo nel circuito legale. Le truffatrici coinvolte nell’attività e incastrate dai carabinieri, utilizzavano carte ricaricabili tipo PostePay facendosi accreditare il denaro dalle vittime. In seguito ripulivano rapidamente le somme servendosi delle slot machine di nuova generazione, le cosiddette Video Lottery Terminal. Rispetto alle tradizionali macchinette queste sono collegate tra loro e con un server unico nazionale. Le Vlt sono sovente gestite dai clan vicini alla ‘ndrangheta e alla camorra, perché rappresentano un modo facile e comodo per riciclare denaro sporco. L’attività consente vertiginosi giri d’affari.

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