Tre condanne e due assoluzioni. Così ha deciso il Tribubnale di Ragusa per la vicenda che aveva come vittime un imprenditore di Modica ed un suo dipendente. I magistrati hanno assolto due imprenditori di Città di Castello, Sandro Pauselli e la moglie, Alida Cecconi, accusati di essere stati i mandanti di un episodio di cronaca avvenuto a Modica a maggio del 2012. Sono stati condannati, invece, gli esecutori Nunzio Alabiso, residente nel Parmense) e Angelo Daniele Faldelli e Vincenzo Cannizzo, entrambi di Gela. Erano accusati di sequestro di persona, tentata estorsione e lesioni gravi in concorso Il titolare di una ditta di Modica, ed un suo dipendente avevano presentato denuncia al Commissariato di Modica, sostenendo di essere stati vittime di una violenta aggressione.
I due, feriti al volto, sanguinanti e in stato di shock nei pressi della Chiesa di S. Luca a Modica, erano stati lasciati dai loro aggressori. Erano stati contattati telefonicamente da uno sconosciuto con il quale avevano fissato un appuntamento di lavoro nei pressi del Bar Fucsia.
Sul luogo convenuto per l’incontro, con sorpresa, si erano presentati quattro energumeni che, con atteggiamento violento ed aggressivo, li avevano prima malmenati e, immediatamente dopo, costretti a salire a bordo di un’ autovettura contro la loro volontà, minacciandoli, allo scopo di impedirgli di usare il telefono per chiedere aiuto.
I due malcapitati erano stati condotti in luogo isolato e nuovamente percossi. Solo dopo avevano apprendeso dai loro sequestratori che l’incontro era finalizzato a risolvere “la questione Pauselli”. Nel corso della conversazione, infatti, era stato preteso il pagamento di una somma di 8.500 euro per conto di altre persone, esibendo uno scontrino. L’imprenditore aveva denunciato che i malviventi pretendevano con minacce, anche di morte (“la prossima volta ti spariamo”) il pagamento della somma di denaro a corresponsione di un contenzioso che lo stesso imprenditore, a dire di costoro, aveva con la ditta “Pauselli” di Città di Castello, in relazione all’acquisto di macchinari per lavori edili – stradali.
Uno dei malviventi, dopo averlo minacciato e percosso, lo aveva messo in contatto telefonico, in vivavoce, con il presunto creditore e, subito dopo, con la presunta moglie di quest’ultimo al fine di meglio chiarire la vicenda. Quest’ultima, alla richiesta di conoscere i motivi per cui gli erano state mandate “quelle persone”, faceva riferimento alla fattura di una “carotatrice” commissionata nel 2002 alla ditta di cui è titolare il Pauselli.
Le indagini avevano portato a verificare i contatti telefonici con cui i malviventi avevano fissato l’appuntamento con le vittime. Tali contatti erano stati effettuati da un’ utenza telefonica in uso a Vincenzo Cannizzo, di 34 anni, pregiudicato, residente a Gela, il quale, verosimilmente, aveva agito spavaldamente nella convinzione che le minacce e le lesioni inferte avrebbero impedito alle vittime di ricorrere alla Polizia per timore di ripercussioni: ”adesso abbassate la testa e… la prossima volta ti spariamo….non parlate con nessuno di quello che è successo oggi”.