ll Collegio Penale del Tribunale di Ragusa(Vincenzo Panebianco, presidente, Elio Manenti e Eleonora Schininà a latere, ha condannato Marco Di Martino a 13 anni di reclusione, Angelo detto Elvis Ventura e Jerry Ventura a 14 anni di reclusione ciascuno. Il pubblico ministero, Valentina Sincero, della Direzione distrettuale antimafia di Catania, aveva chiesto le stesse condanne anche se per Ventura aveva invocato un anno in più.
Erano stati arrestati nel maggio del 2016 dalla polizia.
I reati contestati agli indagati erano associazione a delinquere di stampo mafioso e detenzione di una pluralità di armi di diverso tipo, alcune di esse fucili di precisione con matricola abrasa e di provenienza furtiva.
Le indagini avevano accertato la partecipazione dei tre indagati all’associazione di stampo mafioso, operante nel territorio di Vittoria denominata “Stidda” e riferibile storicamente al clan “Dominante – Carbonaro”, attualmente capeggiata dal detenuto Filippo, padre di Jerry ed Elvis Ventura e suocero del Di Martino. I tre detenevano le armi per conto del clan: difatti l’associazione è aggravata proprio per il fatto che i sodali avessero la pronta disponibilità di armi e munizioni.
Importanti per le indagini erano state le dichiarazioni di 5 collaboratori di giustizia che in tempi diversi aveva reso dichiarazioni convergenti che hanno sostenuto l’assunto accusatorio. Infatti, dopo il maxi sequestro delle armi(5 fucili dotati di congegni di puntamento ottici per tiro di precisione balistica utilizzati dai cecchini, 3 pistole, una penna-pistola, un giubbotto antiproiettile, materiale per fabbricazione di esplosivi, polvere da sparo, pressa per confezionamento cartucce e un migliaio di munizioni), grazie alle propalazioni dei collaboratori di giustizia si era riusciti a provare che tutto ciò era stato rivenuto a casa del genero di Filippo Ventura, fosse, in realtà, nella piena e pronta disponibilità del clan e in particolare dei tre indagati.