“Non possiamo che essere soddisfatti per la decisione dell’amministrazione comunale di sospendere il bando relativo alla gestione del Museo del Costume che si trova presso il Castello di Donnafugata. Avevamo detto che in quel documento qualcosa non andava e la marcia indietro dell’amministrazione conferma la nostra tesi”.
Lo dichiarano i membri del Direttivo del Laboratorio politico 2.0, con in testa il portavoce Sonia Migliore.
“L’assenza, nel bando, dei dati relativi al numero delle visite al Castello di Donnafugata e dei criteri per i quali si è determinato il valore del bando stesso – spiega Migliore – rendeva la gara poco appetibile per chi avrebbe voluto partecipare. Così come solo 19 giorni di pubblicazione, per stessa ammissione degli uffici, erano troppo pochi per consentire a una ditta di preparare una offerta adeguata all’entità del servizi da affidare. Insomma, un pasticcio al quale, per fortuna, si è deciso di porre rimedio accogliendo i suggerimenti dell’opposizione e procedendo con l’annullamento della gara che verrà integrata con la documentazione mancante per essere ripubblicata con adeguata pubblicità, anche europea”.
“Tuttavia, ci chiediamo e invitiamo i cittadini a una riflessione – continua Migliore – com’è possibile che arrivati ai quattro anni e mezzo di amministrazione, quindi abbondantemente oltre il rodaggio consentito alla macchina politico-amministrativa di un ente come il Comune di Ragusa, sia stato necessario l’intervento massivo dell’opposizione e degli organi di stampa per segnalare che palesemente quel bando non aveva i piedi per camminare? Crediamo che i pentastellati ragusani, al di là delle belle parole che sono soliti rivolgere a se stessi, abbiano imparato ben poco da questa esperienza alla guida del Comune. Altro indizio che rafforza la nostra convinzione è quello relativo all’acquisto di un sito internet e di una applicazione per dispositivi mobili dedicati sempre al Castello di Donnafugata, per 25mila euro, praticamente uno sproposito”.
“Anche in questo caso – aggiunge il portavoce del Lab 2.0 – chiediamo all’Amministrazione Piccitto di tornare indietro sui propri passi in base ad alcune valutazioni: riteniamo che 25mila euro per un’app (dalla dubbia utilità per un monumento come il Castello) e un portale web siano eccessivi, basti pensare che la sola app del Comune di Ragusa è costata 12 mila euro per due anni; la realizzazione di un sito cosiddetto “vetrina” ha prezzi di mercato assai diversi da quello deliberato per l’acquisto; la somma impiegata è inferiore alla soglia comunitaria dei 40mila euro e quindi il Comune avrebbe dovuto prima rivolgersi al MePA (il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione) per verificare costi e aziende disponibili, passaggio che dagli atti non sembra essere stato consumato; la ditta che ha ricevuto l’incarico, infine, non risulta iscritta al Registro delle Imprese”.
“Dunque – dichiara ancora Migliore – sono diversi i dubbi che abbiamo su quest’ultima mossa dell’Amministrazione che ha già sollevato un vespaio d’opinioni, anche tra gli esperti del settore in città dove è piuttosto diffuso un mormorio di disapprovazione e secondo il quale si è voluto favorire qualcuno approvando una spesa eccessiva rispetto all’effettivo valore del prodotto”.
“Come Lab 2.0 – conclude – chiederò di accedere agli atti per comprendere meglio quali sono stati i criteri che hanno portato gli uffici a ritenere congrua la proposta e quindi la spesa”.