Il Brasile cerca il suo sesto mondiale

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“Mondiali Russia 2018: L’Italia Verrà Ri” (CC BY 2.0) by NazionaleCalcio

Poche manifestazioni sportive suscitano emozioni vibranti come quelle di un mondiale di calcio, l’evento per eccellenza dello sport più seguito del mondo. Ogni quattro anni si rinnova l’appuntamento con la sfida tra le principali nazionali del mondo iscritte alla FIFA e con esso milioni di tifosi si mobilitano per seguire la propria squadra o anche le altre partite sia attraverso la tv sia recandosi nel luogo stabilito. L’edizione che si terrà dal 14 giugno al 15 luglio 2018 avrà luogo per la prima volta in Russia e vedrà partecipare 32 nazioni in totale. La ventunesima edizione della Coppa del mondo per nazioni succederà a quella disputatasi in Brasile nel 2014, quando a laurearsi campione fu la Germania, che difenderà il titolo in Russia come una delle favorite alla vittoria finale secondo i pronostici delle scommesse.

 Tuttavia, non c’è alcun dubbio che il Brasile è tra le nazionali che più possibilità hanno di vittoria e che, di conseguenza, cercherà di trionfare in Russia per accumulare nella sua bacheca nientemeno che sei coppe del mondo, un record superiore a quello che già detiene in qualità di pentacampeao. I verdeoro, che si sono già qualificati per i mondiali a marzo, ossia nove mesi prima del sorteggio dei gironi, dopo aver distrutto il Paraguay con un secco 3-0 a San Paolo. La voglia di vincere dei brasiliani è figlia di una serie di situazioni. In primis vi è la brama di pulire quella macchia vergognosa del 7-1 subito in casa contro la Germania allo stadio Mineirao durante la semifinale del mondiale organizzato in casa. Quel giorno le lacrime di David Luiz fecero il giro del mondo e la più pesante sconfitta della migliore nazionale al mondo fece scalpore e coprì di ridicolo la tradizione calcistica brasiliana, che in molti vedevano in declino. Un’altra motivazione importante è quella di allontanare maggiormente la Germania e l’Italia – che però non parteciperà – nella classifica di campioni del mondo. I tedeschi sono infatti uno dei rivali più agguerriti e la loro vittoria della Confederations Cup 2017 ha reso pubblico il gran potenziale a disposizione del tecnico Joachim Löw.

 Ma, soprattutto, il Brasile può contare sulla crescita esponenziale di un gruppo che cerca la sublimazione di un periodo di poco più di un anno nel quale ha praticamente solo vinto nelle eliminatorie della Conmebol. L’arrivo del tecnico Tité, fino a poco fa uno sconosciuto, ha messo a posto una squadra prima senza né capo né coda, con l’esecuzione di un calcio bello ma non troppo, eppure molto concreto. Il tecnico di casa, scelto direttamente dalla Federazione per la sua esperienza, è stato il vero deus ex machina del progetto della Canarinha creato attorno a Neymar Jr, la grande stella che quest’estate è passata dal Barcellona al Paris Saint Germain per la cifra record di 222 milioni di euro. Il fenomeno paulista, che si è voluto allontanare dall’ombra che gli faceva Leo Messi al Barça, è arrivato in Francia per rivoluzionare la Ligue 1 ma è cosciente del suo ruolo cruciale nella Seleçao, della quale è capitano e principale calciatore. Con il numero 10 verdeoro sulle spalle, infatti, Neymar ha messo a segno sei reti nelle qualificazioni, le stesse del giovanissimo centravanti Gabriel Jesus e del centrocampista Paulinho, ma ha dimostrato di essere un vero leader sia dal punto di vista del gioco sia per la mentalità vincente che dimostra avere in campo.

  ​Il Brasile, tuttavia, non è solo Neymar. Capace di mettere a segno 41 reti in 18 incontri di qualificazione, la Canarinha è forte in tutti i reparti. Cominciando dal portiere, ruolo che per adesso è di Alisson, della Roma, anche se le recenti prestazioni di Ederson con il Manchester City di Pep Guardiola potrebbero aver mosso gli equilibri. In difesa sulle fasce Dani Alves e Marcelo sono garanzia di esperienza e qualità, soprattutto al momento di attaccare, mentre i centrali Marquinhos e Miranda offrono la velocità e il senso della posizione giusti per chiudere la porta. In mezzo al campo il trittico formato da Fernandinho, Paulinho e Willian è il giusto mix di geometrie, quantità e qualità. L’attacco, tuttavia, è il fiore all’occhiello di questo Brasile: oltre al già citato Neymar, infatti, ci sono Coutinho, che si completa benissimo con il paulista, e Gabriel Jesus, che a soli vent’anni ha già dimostrato di essere affidabilissimo come centravanti grazie alla sua tecnica eccellente e al suo sviluppatissimo senso del gol.

Con questa batteria di fenomeni il Brasile si presenterà in Russia per puntare al sesto mondiale, un titolo che manca dal 2002. Un’eventuale vittoria sarebbe il suggello di un lavoro di oltre due anni all’insegna del recupero di un calcio divertente e vincente. Ma prima bisognerà far fuori altre nazionali come la Germania, la Spagna, la Francia o l’Argentina.

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