RAGUSA: PROSEGUE IL CICLO DEI VENERDI’ CULTURALI DEDICATI ALLA CELEBRAZIONE DEI 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA. DOMANI PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI CALABRESE E NOBILE

Tornano dopo la pausa pasquale i Venerdì Culturali organizzati dalla Pro Loco e dal Comune di Ragusa. Alle 19,30 di domani, venerdì 29 aprile, all’auditorium di San Vincenzo Ferreri a Ragusa Ibla, si parlerà ancora di storia siciliana ed in particolare di quella della nostra provincia, presentando il libro “Al di sopra delle aquile – Ragusa 2 gennaio 1927” scritto da Giuseppe Calabrese e Mario Nobile. I Venerdì Culturali proseguiranno poi nel mese di maggio con un altro interessantissimo argomento e cioè lo sbarco degli alleati sulle nostre coste durante la seconda guerra mondiale. Per una concomitanza di date però questo incontro condotto dal prof Aurelio Rigoli si svolgerà giovedì 5 maggio piuttosto che venerdì 6. Ma torniamo all’appuntamento di domani 29 aprile: scritto a quattro mani dal giornalista Giuseppe Calabrese e dal disegnatore umorista Mario Nobile, accomunati dalla passione della ricerca storica e dal gusto sottile dell’indagine, “Al di sopra delle aquile – Ragusa 2 gennaio 1927 – Retroscena e documenti inediti sula nascita della Provincia” racconta come nacque e come giunse alla conclusione (in neppure tre anni) una vicenda da allora motivo di base per un antico e conosciutissimo contenzioso tra le due città, un “problema di campanile” entrato in qualche modo e saldamente stabilitosi nel dna delle due popolazioni (Ragusa provincia..con tutto quel che segue). Il volume, di pregevole veste grafica e corredato da numerose fotografie d’epoca e riproduzioni dei documenti originali, agile figlio di un accurato e ponderoso lavoro di ricerca, forte anche di una vena di accattivante ironia che ne rende ancora più godibile la lettura, aggiunge molti elementi nuovi, pochissimo noti, alle ricerche sul periodo che portò Ragusa a diventare provincia. E nel farlo, bene e col supporto di convincenti “pezze d’appoggio, alcune delle quali nuove di zecca e venute da un originale approccio conoscitivo, supera le rivalità (non è un caso che gli autori siano uno modicano l’altro ragusano) nel nome di un teatro d’azione molto allargato (nel territorio, nei burattinai che muovevano le file, nelle potenzialità decisamente maggiori di altri contendenti) rispetto a quello da tre quarti di secolo presente nell’immaginario collettivo. Con la decisione del ricercatore e la costanza del trovarobe, ma senza mai scivolare nella pedanteria, i due autori fanno rivivere quegli anni proponendoli da un’angolazione diversa, originale, nella quale entrano in gioco (con ruoli che si riveleranno come fondamentali) interessi economici, ministri, buggerature che Mussolini non avrebbe mai dimenticato, fascisti e “sfascisti, senatori, sindacalisti, amici e non, le lotte sotto sotto. Ma anche caciocavalli e vino, i tre porti, i lavori dopo l’erezione a Provincia. E, naturalmente, Filippo Pennavaria”.

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