L’OSSERVAZIONE DAL BASSO DI……..DIRETTORE. MODICA SCOSSA DALLA MORTE DI CHIARA E DA EVENTI GIUDIZIARI:DALL’EMOZIONE ALLA RIFLESSIONE

Modica in queste due ultime settimane è stata scossa da due forti eventi: gli arresti domiciliari dell’on. Riccardo Minardo e della moglie Pinuccia Zocco, e la morte della giovane studentessa Chiara Modica. Sono stati eventi che hanno suscitato sentimenti vari, emozioni, riflessioni, commenti più o meno sensati. Io credo che eventi come questi non possono divenire solo un semplice oggetto di “speculazione intellettuale” o mero luogo di ricerca di colpe e responsabilità(a cercare quest’ultime devono pensarci coloro che ne hanno la diretta competenza), né tanto meno lo schermo verso il quale far convergere il mondo emozionale che è scattato in noi di fronte a tali fatti.
Al sentimento, che è, certo, il primo a coinvolgerci, deve sempre far seguito un “pensiero riflessivo”. E allora io credo che i due accadimenti di cui la città di Modica è stata investita servano a darci due significativi insegnamenti.
Primo insegnamento: il bisogno di auto-educarci nel codice della strada. Negli ultimi trenta anni sono morti sulla strada oltre 300.000 persone di cui 100.000 con età compresa tra i 15 e i 29 anni. L’incidente stradale è la prima causa di morte nei giovani. In un incidente stradale è ben tre volte maggiore la possibilità di rimanere gravemente disabile che quella di morire. E’ vero che negli incidenti possono esserci cause indirette dovute e responsabilità di altri, ma non dobbiamo dimenticare che molti incidenti sono riconducibili a comportamenti sbagliati e al mancato rispetto delle regole del Codice della strada: velocità, violazione degli stop e del diritto di precedenza, stato di alterazione a causa di ubriachezza, sonnolenza, distrazione direttamente correlata a uso di droghe, uso del telefonino, stanchezza. A questi fattori si aggiungono anche condizioni ambientali come la visibilità e le situazioni atmosferiche, nonché problemi infrastrutturali legati alle condizioni del percorso stradale e alle sue caratteristiche.
E vengo al secondo insegnamento:l’importanza dell’onestà nella vita pubblica.
Spesso dell’onestà si ha solo una visione economicistica, nel senso che la società lega il concetto dell’onestà soltanto al fatto dell’appropriarsi o meno di denaro della pubblica amministrazione. Chi non ruba è onesto, chi ruba è disonesto. Su questo, certamente, non ci piove. Tuttavia, nella vita pubblica non è necessaria soltanto l’onestà che rifugge dal rubare, ma c’è anche bisogno di altri tipi di onestà. Parlo di quella intellettuale, parlo dell’onestà dei comportamenti politici, per cui una maggioranza di governo di una città dovrebbe umilmente ammettere di non avere, a volte, i numeri per deliberare anziché esigere, magari con livore ed ironia, che sia l’opposizione a porgergli il salvagente; parlo dell’onestà di una opposizione che dovrebbe avere la capacità di dire che non tutto ciò che fa la maggioranza è sempre, ad ogni costo, sbagliato. Parlo dell’onestà del giornalista che, trincerandosi dietro il suo diritto di cronaca e il concetto dell’indiscrezione, diffonde notizie prive di una fonte certa. Parlo ancora dell’onestà del fotografo che dovrebbe evitare di violare la vita privata di una persona; parlo dell’onestà del genitore che dovrebbe evitare di essere connivente con i propri figli nella vita scolastica; parlo dell’onestà del medico che dovrebbe mostrare lo stesso impegno e la stessa cura per i malati sia quando opera nella struttura pubblica sia quando opera nella sua struttura privata; parlo dell’onestà dell’avvocato che dovrebbe avere il coraggio di non difendere l’indifendibile; parlo dell’onestà del commerciante che non dovrebbe barare con i prezzi al consumo; parlo dell’onestà del prete che non dovrebbe piegare il vangelo a logiche umane e ad accomodamenti di convenienza; parlo dell’onestà del professore che non dovrebbe approfittare della sua posizione per manipolare le coscienze degli studenti, parlo dell’onesta del magistrato che non dovrebbe essere farsi condizionare dalla sue idee politiche.
Insomma, potrei continuare ancora, ma rischierei di annoiarvi. Voglio soltanto dire che l’onestà ha una complessità che ci coinvolge tutti a livelli e con ruoli diversi, per cui capiamo quanto sia difficile essere fino in fondo onesti.
Ecco, se da questi accadimenti che ci hanno sconvolto impariamo a coltivare in noi il senso dell’onestà cercando di superare le tentazioni che ci sovrastano, e a credere che il rispetto del codice della strada non è un “limite” ma un “gesto di civiltà”, allora è sempre possibile sperare in una città più umana e vivibile.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa