Il ferito lasciato per strada perchè era arrivata la chiamata del grave incidente nel quale è, poi, deceduta la quindicenne Chiara Modica. Sembrano storie d’altri tempi ma nei fatti accade nel 2011 che una delle due ambulanze assegnate al 118 di Modica sia stata dirottata a Ispica che di mezzi di soccorso ne detiene solo uno e che, guardacaso, quella mattina era guasta. Intorno alle otto un agente di polizia penitenziaria era stato investito da un ciclomotore a Modica Alta, nei pressi di Piazza Gesù. Era stato chiesto l’intervento dell’ambulanza che si era portata sul posto, soccorrendo l’uomo e partendo verso l’Ospedale Maggiore. Nei pressi di Via Resistenza Partigiana, l’equipaggio era stato allertato del gravissimo incidente avvenuto al Piazzale Baden Powell e che non si disponeva di un secondo veicolo. Che fare, si saranno detti gli occupanti il veicolo. Alla fine è stata fatta una scelta. E’ stato chiesto, gentilmente, all’uomo che era a bordo sdraiato sulla barella se se la sentiva di raggiungere il pronto soccorso a piedi mentre nel frattempo il mezzo aveva imboccato la Via Aldo Moro, l’arteria che conduce al nosocomio. Vista la gentilezza degli operatori e la gravità della situazione, l’interessato non ha fatto polemiche per cui è sceso e si è diretto presso il Pronto Soccorso. L’episodio, in se stesso grave, serve anche a chiarire che l’ambulanza è arrivata sul luogo dell’incidente mortale dopo pochi minuti trovandosi al Quartiere Sacro Cuore e, quindi, a circa un paio di chilometri dalla Cittadella degli Studi. Questo perchè qualcuno aveva lanciato accuse circa l’arrivo del veicolo di soccorso parlando addirittura di oltre mezz’ora. Serve anche per denunciare uno stato di cose intollerabili soprattutto quando c’è di mezzo la vita o la salute delle persone. E’, infatti, inconcepibile che un ferito debba proseguire a piedi per farsi medicare fino in ospedale.
Modica, ambulanza “dirottata”. Il ferito va a piedi al Pronto Soccorso
- Maggio 10, 2011
- 8:47 am
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