Estendere la legge speciale su Ibla agli altri sette comuni del Val di Noto riconosciuti dall’Unesco Bene dell’Umanità. Franco Susino, di Patto per Scicli, ricorda come il diciassette luglio del 2000, nella veste di consigliere provinciale, protocollò un’interrogazione all’indirizzo dell’ente di viale del Fante proponendo l’estensione dei benefici della legge, intanto a Modica e a Scicli, “rilevato che l’Unesco ha sancito che i centri storici dei due comuni sono importanti tanto quanto il centro storico di Ragusa”. Il sette settembre, sempre del 2002, il massimo consesso provinciale si riunì per discutere la proposta di Susino. Il consiglio deliberò di aderire all’idea e votò una delibera con cui impegnava la deputazione regionale a valutare l’opportunità di un’estensione dei benefici della legge speciale su Ibla agli altri comuni.
In quella occasione l’allora assessore provinciale alla cultura, Giorgio Licitra affermò che “la legge 61 del 1981, che riguarda Ragusa, dovrebbe essere estesa anche a Scicli e Modica, puntualizzando però che la legge speciale su Ibla è nata molti anni prima del riconoscimento Unesco. Ritengo giusto – dichiarò Licitra, secondo quanto si legge nella delibera consiliare – che tutti i comuni possano usufruire di questa legge per valorizzare il barocco. Noi come provincia siamo disponibili a portare avanti questo discorso, ma riteniamo utile l’aiuto della deputazione regionale”. A questo punto l’assessore provinciale propose di indire una riunione con i deputati regionali in cui si chiedeva che anche per Scicli e Modica venisse attuata la legge regionale 61 dell’81, auspicando che un’iniziativa del genere venisse attuata dalle province limitrofe. “L’idea – spiega Susino – non è quella di togliere fondi per il recupero di Ragusa Ibla, ma di difendere tutto il territorio dichiarato Patrimonio dell’Umanità”. Della proposta di conferenza di servizio sul tema non se ne fece poi nulla. Ma quell’interrogazione e la sostanziale adesione dell’amministrazione provinciale, nella persona dell’assessore Giorgio Licitra, costituiscono un precedente importante che portò nuova linfa a un dibattito ripreso poi nel 2003 dall’intervento dello storico dell’arte Paolo Nifosì circa la necessità di estendere i benefici della legge su Ibla anche agli altri comuni Unesco.
Anche il deputato regionale Iano Gurrieri in passato si è fatto promotore di un’iniziativa legislativa, un disegno di legge (disegno di legge n° 667 dell’08/09/2003) che purtroppo non ha trovato i voti in aula per diventare una legge vera. E l’allora presidente del consiglio provinciale di Ragusa, Nello Di Pasquale, ospite di un consiglio comunale aperto a Scicli sul tema dell’estensione della legge speciale su Ibla, aveva proposto di coinvolgere i consigli comunali degli altri sette comuni, e i loro presidenti, perché la proposta di una legge speciale per i siti Unesco, non necessariamente una rimodulazione della legge su Ibla, ma, meglio, una nuova legge, partisse dal basso per coinvolgere la deputazione regionale e nazionale delle tre provincie coinvolte, Ragusa, Siracusa, Catania. In seguito al riconoscimento di otto comuni del Val di Noto, tra cui Scicli, come Bene dell’Umanità dall’Unesco, si è venuto a creare un nuovo clima culturale in cui si è determinata una maggiore consapevolezza sui centri storici e, nello specifico, sui comuni dichiarati Patrimonio dell’Umanità. I centri storici di questi comuni possono essere considerati omogenei per le loro caratteristiche storico-urbanistiche e architettoniche.
Patto per Scicli: “Estendere la legge speciale su Ibla agli altri sette comuni Unesco del Val di Noto”
- Maggio 10, 2011
- 10:49 pm
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