PALERMO – Dal prossimo anno nelle scuole si potrà insegnare la lingua, della storia e della letteratura siciliana. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato ieri sera la legge, primo firmatario e relatore il deputato Totò Lentini (Udc), relatore e primo firmatario.
“Il disegno di legge – spiega Lentini – è frutto di una unificazione di due proposte che tendono ad ampliare l’offerta formativa e al contempo salvaguardare il patrimonio linguistico e culturale. Tutto questo nel rispetto di quanto previsto dalla normativa nazionale nel definire i piani di studio. Nella stesura del ddl sono stati, infatti, coinvolti anche l’ufficio scolastico regionale e le università”. Per Lentini “grazie a questo disegno di legge si aprono inoltre nuovi spazi e opportunità per i docenti precari”.
La legge prevede l’insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole elementari, medie e superiori. “Si tratta di un testo – dice Nicola D’Agostino, deputato del Mpa e firmatario del ddl approvato in serata dall’Ars – che rivoluziona l’approccio dei siciliani verso la propria cultura, consentendo l’approfondimento di temi troppo spesso dimenticati o a volte volutamente ridimensionati. Alle nuove generazioni sarà offerta la possibilità di conoscere meglio la propria terra, la propria storia, le proprie tradizioni”.
“Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni – commenta a caldo il governatore Raffaele Lombardo – Per questo sono orgoglioso di questa legge che preserva il nostro immenso patrimonio storico e letterario, ponendo le premesse per renderlo parte integrante dei processi formativi delle nuove generazioni”.
Toccherà adesso all’assessore regionale alla Formazione, Mario Centorrino, concordare con gli organismi scolastici le forme per applicare la legge nelle scuole, attraverso il coinvolgimento dei dirigenti e dei docenti. “Si tratta di una norma a costo zero per la Regione siciliana – prosegue D’Agostino – perchè le materie che saranno proposte rientreranno nelle quote degli attuali piani obbligatori di studio riservate dalla legge Moratti alle Regioni, senza aumento dell’orario scolastico”.
Il provvedimento è stato votato anche dall’opposizione. Per il capogruppo di Forza del Sud, Titti Bufardeci, “questa legge non fa che regolamentare una disposizione che il governo nazionale ha diramato ed è importante per far conoscere nelle scuole siciliane la storia e la lingua siciliana”. Dice il vice capogruppo del Pdl, Salvo Pogliese: “Essere fieri delle proprie radici è la migliore testimonianza della valenza culturale di un popolo”.